IL GIOCO ANTICO DI MAX ALLEGRI


Dopo la sconfitta interna contro il Napoli, il tecnico della Juventus è in discussione.
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Torino Allianz Stadium, 23/04/2018 -


Che vinca o no lo Scudetto e la Coppa Italia, pensiamo che l’avventura di Massimiliano Allegri alla Juventus sia giunta al capolinea. Fermo restando i suoi meriti nell’aver vinto quattro scudetti di fila, aver conquistato due finali di Champions e altrettante Coppe Italia e Supercoppa, il mister di Livorno pecca troppo di conservatorismo pallonaro. Il big match che la Juventus ha perso contro il Napoli con un gol al 90’ di Koulibaly, lascia aperte diverse considerazioni di carattere tattico che vanno oltre la pur importante partita persa contro i partenopei di Sarri. Più che il merito degli avversari della Juve, salta sempre all’occhio un certo tipo di atteggiamento di non gioco che i bianconeri di Allegri mettono in mostra da troppo tempo. E pur con tutte le partite giocate in un anno, che pesano inevitabilmente sui muscoli e sulla testa dei giocatori, pensiamo che la causa negativa sia da ricercarsi proprio nel mettere sempre in campo una squadra con chiari intenti difensivi, snaturando certe caratteristiche tecniche dei suoi giocatori di centrocampo e d’attacco. Ricordate Mandzukic centravanti da area di rigore? Oppure Higuain goleador del Napoli? E Dybala perché è costretto a partire da lontano, rincorrendo sempre il suo marcatore in fase di non possesso palla? E perché la Juventus di Allegri preferisce sempre essere bassa, invece di imporre il proprio gioco con un sistema più moderno che vede la difesa alta e un centrocampo aggressivo che dia maggiormente aiuto alle sue punte? Sembra di ritornare indietro di 40anni, allorquando il calcio si intendeva prettamente difensivo per poi partire in contropiede e magari vincere a fatica una partita stiracchiata e priva di spettacolo. No, questa Juve ha proprio bisogno di un ammodernamento mentale di un calcio fatto per imporre il proprio gioco, pensando che sono gli avversari a doverla temere e non viceversa. E poi basta con questa storia che la Vecchia Signora d’Italia vince sempre perché ha tanta esperienza ed è cinica senza mai essere bella. Il calcio moderno insegna che si corre per 95 minuti e oltre, che si fa possesso palla sbagliando meno possibile, che si pressa alto inibendo il gioco ragionato dell’avversario. Esattamente come ormai fanno tutti contro la Juve di Allegri. Dal Napoli per finire alla Spal e al Crotone, tutti sanno che per non fare emergere i valori tecnici che oggettivamente i bianconeri hanno, bisogna controbatterla sul piano dell’intensità agonistica e dell’aggressività nel carpire la palla, sviluppando trame di gioco d’attacco capaci di offenderla in maniera efficace. Per far questo c’è assoluto bisogno di una preparazione fisica e mentale di base, che agisca in maniera uniforme su tutta la squadra. E’ quello che vediamo nel calcio moderno ad alti livelli. E poi perché non cercare mai di concepire il calcio della grande bellezza, che dia anche spettacolo agli occhi degli esteti del pallone? In fondo, non è scritto da nessuna parte che sviluppare il calcio spettacolo non sia redditizio come chi si difende, soffre e cerca di non prendere gol fino alla fine. C’è sempre un equilibrio di base, una logica pallonara che non sfugge mai alla concretezza di vincere. Si può vincere giocando bene e anche male, ma si può pure perdere giocando sia bene che male. Adesso la Juve ha bisogno di cambiare registro. Sì, perché nel calcio ci sta pure di soffrire per portare in porto una vittoria, ma non si possono fare fin dall’inizio certi calcoli matematici che sanno di rinuncia e che reprimono l’inventiva di certi campioni, i quali qualche volta devono essere lasciati a briglia sciolte. Allegri ha spesso mostrato la sua insicurezza, prova ne è il suo continuo rivolgersi a suo vice Landucci per capire cosa fare. Non ci sembra di avere visto altri allenatori di Serie A così dipendenti come lui. Tutto fa! Anche questo!

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro