“Dopo l’1 a 1 nella prima sfida, Italia e
Jugoslavia si sono affrontate nella ripetizione della finale dei Campionati
Europei UEFA 1968. Gli azzurri, già in vantaggio, hanno trovato il gol della
sicurezza al quarto d’ora della ripresa con Pietro Anastasi, che con una
conclusione in girata dal limite dell’aria certifica il primo e tuttora unico
titolo continentale per l’Italia.” Ricordi da incorniciare che si rispolverano di tanto in
tanto come qualcosa di indelebile e che fa parte della storia del calcio italiano.
E’ l’arricchimento totale di un calcio che ci riporta a ritroso nel tempo,
quando il mondo era diverso, quando il pallone giocato era diverso, quando noi
stessi eravamo diversi. E’ un affiorare di emozioni e ricordi che un po’
appaiono malinconici e un po’ ti rendono orgoglioso di quel momento, di quel
gol spettacolare che ancora oggi appare da cineteca. Già, quel gol in mezza
girata dal limite dell’area che Pietro
Anastasi infilò nella porta della Jugoslavia, decretando l’alzata al cielo
della Coppa d’Europa in una indimenticabile notte romana. Di questo e altro
parliamo in questa intervista con lui, Pietruzzu
Anastasi, il siculo ex centravanti della Juventus e della Nazionale che ha
scritto la storia di quegli anni sessanta sui libri del calcio italiano.
L’occasione è ideale, proprio nel momento in cui inizia Europa 2016.
Pietro, cosa ricordi di
quella notte azzurra dell’Olimpico di Roma, in cui hai segnato il gol del 2 a 0
che decretò per l’Italia la conquista della prima e ancora unica Coppa
d’Europa?
“I ricordi sono tanti e tutti bellissimi, se pensiamo
soprattutto che avevo vent’anni e una carriera che cominciava nel migliore dei
modi. Ricordo che la Jugoslavia era una grande squadra e nella prima partita,
che loro avrebbero potuto vincere, ci hanno preso sottogamba. Questa è stata
fondamentalmente la chiave di un match che abbiamo pareggiato 1 a 1. Nella
seconda partita, invece, dopo il primo gol segnato da Gigi Riva realizzai la
seconda rete che determinò la conquista della Coppa d’Europa.”
Dopo aver fatto quel
bellissimo gol in mezza rovesciata dal limite dell’area, che cosa hai provato
in quel momento?
“Ti lascio immaginare cosa può provare un ragazzo di 20 anni
che fa un gol del genere in una notte stellare. Vedere tutti i compagni di
squadra che venivano ad abbracciarti è stata un’emozione unica, un sogno che
calcisticamente si era realizzato per me, per i miei compagni e per l’Italia
intera. In carriera ho avuto altre soddisfazioni ed emozioni intense, ma quella
notte del 10 Giugno 1968 la ricorderò per sempre”.
Tra l’altro, in quella
occasione sei stato anche insignito dell’onorificenza di Cavaliere della
Repubblica Italiana.
“Si, una bella attestazione ufficiale che ben si completava a
mille altre grandi soddisfazioni di quel momento. Ricordo anche che in quella
occasione, al contrario dei miei compagni di squadra che erano più vecchi di
me, si è dovuto fare un’eccezione perché non avevo ancora compiuto 21 anni.”
Cosa pensi della
Nazionale di Conte?
“Penso che è un azzurro senza stelle. I gravi infortuni di
Marchisio, di Verratti e di altri giocatori, hanno costretto Conte a dover
ridisegnare una Nazionale che deve in qualche modo essere competitiva al
massimo. Personalmente non sono ottimista, perché sono dell’avviso che
tecnicamente non è sicuramente una delle migliori nazionali degli ultimi tempi.
Ottimi i giocatori convocati da Conte, ma non c’è un Del Piero, un Totti e
neanche un Baggio che possa fare la differenza. Manca il classico leader di
squadra. Tuttavia, è necessario aggrapparsi al senso del gruppo unito, alla
grinta e alla determinazione che Conte sa dare alla squadra,così come fece alla
Juventus.”
Se tu fossi stato al
posto di Conte, avresti convocato gli stessi giocatori o ti saresti orientato
verso altri?
“Conosco Leonardo Pavoletti per averlo visto giocare nel
Varese. E’ una punta di ottima qualità, capace di fare molti gol. Ecco,se fossi
stato io il C.T. della Nazionale lo avrei convocato, tenuto anche conto che non
abbiamo il Riva della situazione, sul quale potere costruire l’attacco attorno
a lui. Ci sono buoni giocatori, ma mancano i giocatori in grado di fare la
differenza, così come il Portogallo di Cristiano Ronaldo e altre illustri
Nazionali.”
Pietro, tra i tuoi
pronostici, chi vincerà il Campionato d’Europa 2016?
“Partendo dal presupposto che tutte le volte che la Nazionale
Italiana parte sfavorita, è statisticamente provato che fa ottimi risultati. Penso
che arrivare nelle prime quattro squadre d’Europa sia già un ottimo risultato.
Vedo la Francia favorita. Subito dopo la Germania, la Spagna e anche il Belgio
potrebbe rappresentare una bella novità per la sua robustezza di squadra che è
di ottimo livello tecnico. Poi c’è sempre la sorpresa, sarà l’Italia? E’
l’augurio sincero da parte di tutti gli sportivi e il mio in particolare.”
Salvino Cavallaro
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