SERSE COSMI E IL SIENA: LA DIVINA TRAGEDIA


Siena Cosmi
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29/11/2012 -

Un’impresa impossibile.  Per tutti ma non per lui: Re Serse ci ha creduto fin dal primo istante, sfidando l’opinione dei critici radicali che vedevano i toscani, senza speranze, già in Serie B.  Un’odissea ai limiti delle proprie capacità, quella dei bianconeri che, per ottenere la permanenza nella massima serie, dovevano ottenere sei punti in più rispetto agli avversari, quei sei punti sottratti in questa lunga e calda estate di scommesse, di schifo e di scandali.
Scandali che hanno portato il team di Mezzaroma a una penalizzazione importante, devastante.  Ma più che a Omero e alle avventure, o meglio disavventure, di Ulisse bisogna riferirsi a un altro volto celebre della letteratura.  Dante e i suoi tre livelli: dalla dannazione all’incoronazione gloriosa della beatitudine.  Per un’impresa del genere non poteva che essere scelto un vecchio volpone come Cosmi, che il miracolo l’ha sfiorato pochi mesi fa in territorio Pugliese, precisamente a Lecce. Fallì, per poco, pochissimo.  Ma il tecnico tutto coppola e vocione non si accontenta di sfide qualunque, anzi. E così è stato.  Le pene dell’inferno sono state debellate e pagate dopo soli cinque turni ma decisivo è stato il match a Milano, in un prato, quello del Meazza, tutt’altro che paradisiaco.  Stentavano a crederci tutti, chiedete pure ai tifosi nerazzurri presenti sugli spalti: prima capitan Vergassola poi, ad ammazzare la partita, ci ha pensato Valiani.  Lì, a San Siro, la svolta.  Una svolta mentale più che fisica.  La convinzione, la passione, la rabbia agonistica per un torto subito, giusto per alcuni ma non per tutti.  Quattro giorni dopo, un’altra bandiera chiamata Emanuele Calaiò riusciva ad abbattere i rossoblù bolognesi, annullando quell’antiestetico e cacofonico meno.
Da quella giornata, la quinta, alla quattordicesima, la situazione è mutata, fatica dopo fatica, punto dopo punto. I dolorosi gironi dell’inferno sono stati superati e le porte del purgatorio si sono spalancate davanti al poeta Calaiò, nei panni di Alighieri, e al suo fido compagno e consigliere Virgilio, detto Serse.  Ma la strada per arrivare a Beatrice, quindi alla salvezza, è ancora lunga e pericolosa: undici punti non bastano, ovviamente, per tirare il fiato ma l’ultimo posto condiviso con Bologna e Pescara è menzognero.  Gli undici leoni toscani hanno strappato sul campo la bellezza di diciassette punti, solo uno in meno della corazzata dei diavoli rossoneri di Allegri.  Se il finale di questa commedia già lo conosciamo, l’epilogo di questa particolare ‘tragedia’ lo scopriremo solo a Maggio, mese critico per sentenze e giudizi. In un periodo in cui i complimenti si sprecano per Conte, bravo anche dalla tribuna a gestire i suoi, per Stramaccioni, coraggioso e furbo nelle sue scelte, per Montella, ‘ah, come gioca la Fiorentina’, perché non esaltare un mister che ci mette l’anima e la grinta e una squadra che, malgrado mille difficoltà, ha ancora più di una speranza per arrivare al Paradiso? Chapeau Serse Cosmi, giù il cappello, anzi, giù la coppola.

Giovanni Morotti