SPALLETTI – TOTTI, MA LA SOCIETÀ DOV’È?


L`analisi di ciò che è successo nel ritiro della Roma a Trigoria.
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22/02/2016 -


E’ stata la diatriba di un week end calcistico che non ha risparmiato motivi di interesse mediatico. Spalletti che dal ritiro di Trigoria manda a casa Totti, per aver rilasciato al Tg1 un’intervista in cui ha dichiarato di pretendere rispetto da parte della Roma e dallo stesso Spalletti. Apriti cielo, cosa non è successo. Un finimondo mediatico che si è propagato a macchia d’olio in tutto il mondo dei social. C’è chi si è schierato a favore di Spalletti (pochi) e c’è chi invece ha sostenuto la tesi di Totti (tanti). Ma la sostanza è che la società, dopo essere stata avvertita del fatto avvenuto, dallo stesso mister Spalletti, si è limitata a rispondere con quattro righe frettolose, in cui il presidente Pallotta si diceva sorpreso che Totti avesse usato la parola “rispetto”. Comunque, continuava il mini comunicato, il 1 marzo il presidente sarà a Roma e potrà incontrare a quattrocchi Totti. Ma l’impressione è che i cocci di questo vaso, ormai rotto in mille pezzi, sarà difficile ricomporlo. E’ l’eterno problema di queste società di calcio i cui i presidenti arrivano da lontano e non possono entrare nel merito di un quotidiano che talora nasconde focolai che dovrebbero essere spenti prima ancora che divampino. E’ innegabile che la questione Totti sia stata mal gestita fin dall’inizio. D’altra parte, Luciano Spalletti è stato chiamato nel dopo Garcia per mettere ordine in un ambiente che sembrava sfuggisse di mano alla società. Ma la stessa società avrebbe dovuto incontrare Totti fin dall’inizio, per chiarire la sua posizione di capitano dal grande passato giallorosso che, tuttavia, pur con tutto il rispetto possibile, avrebbe dovuto attenersi alle regole di squadra. Così come fanno gli altri suoi compagni. Si dirà che Totti è stato anche azionista della Roma, mettendo in società denaro vivo proprio quando la situazione economica della società giallorossa non era proprio fulgida. Ma questo, cosa centra con il calciatore Francesco Totti che a quasi quarant’anni desidera ancora giocare? Non era il mister Spalletti a dover gestire la questione della figura di Totti calciatore, semmai avrebbe dovuto farlo Pallotta in qualità di presidente del sodalizio romano. Un po’ come fece a suo tempo Andrea Agnelli, quando alcuni mesi prima del divorzio da Del Piero, ufficializzò il distacco dal giocatore in sede di conferenza stampa. Certo, la decisione unilaterale provocò mesi di furibonde polemiche sui vari social, che si suddivisero tra chi sosteneva il torto della società e chi invece gli dava ragione. Tuttavia, in quell’occasione la società bianconera si dimostrò presente e autoritaria nel chiarire ciò che alla Juventus rappresentava il passato e ciò che si prefiggeva come futuro. Ed era proprio in quel presente – futuro che la figura di Del Piero, pur con tutta la malinconia che il passare del tempo comporta, quel capitano di tante battaglie juventine non poteva più starci. Fatto doloroso ma necessario. Una decisione sicuramente antipopolare che Andrea Agnelli ha dovuto prendere, dando dimostrazione di grande capacità gestionale. Ed è proprio questo che la Roma a nostro avviso avrebbe dovuto fare. Chiarire la posizione di Totti, proprio nel rispetto della sua persona, del suo essere calciatore di un grande passato romanista. Decidere con lui se continuare a calcare i campi di calcio, attenendosi alle regole dell’allenatore, o più semplicemente cominciare nell’ambito della stessa società una carriera da dirigente. Purtroppo, questo non è stato fatto, e questi sono stati i risultati di una vicenda che adesso ha assunto i connotati di qualcosa che è difficile raddrizzare.

Salvino Cavallaro                                                                                                                                

                   





Salvino Cavallaro