TOTTI, VENT`ANNI DI ROMA: RIPERCORRIAMO LE TAPPE


Quel momento è come se si fermasse per permettere
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28/03/2013 -

1993. La Cecoslovacchia cessa di esistere e nascono due nuovi soggetti di diritto internazionale: la Repubblica Ceca e la Slovacchia, Totò Riina viene arrestato, Fellini riceve l’Oscar alla carriera, scoppia il caso Bobbit e la Democrazia Cristiana, dal dopoguerra ininterrottamente partito di governo, decide il suo formale scioglimento per dare vita al Partito Popolare Italiano. Ma tra questi eventi, gli annali sportivi ricordano anche un altro fatto, a suo modo storico. Nasce la stella di Francesco Totti.
Tutto iniziò il 28 marzo proprio di quell’anno sul campo del Rigamonti di Brescia. A pochi minuti dalla fine dell'incontro, Vujadin Boskov, allora guida carismatica della Roma, si gira in direzione di un giovanissimo Totti (aveva 16 anni) e lo invita a iniziare il riscaldamento. Lui crede che l'allenatore si rivolga a Roberto Muzzi e non capisce come muoversi. Sarà lo stesso Muzzi a fargli notare che Boskov cercava proprio lui, il ragazzo delle giovanili che l'aveva colpito per la sua determinazione e i suoi colpi ad effetto. Il debutto ufficiale in Serie A arriva pochi minuti dopo. Esce Rizzitelli, entra Totti.

Oggi, 20 anni dopo, quel momento è come se si fermasse per permettere a tutti, romanisti e non, di celebrare uno dei campioni italiani più importanti di sempre. Stilare classifiche è sempre improbabile, epoche diverse hanno prodotto stili di gioco diversi e Piola, Riva, Rivera, Mazzola, Baggio, Del Piero o Buffon hanno tutti i diritti di reclamare attenzione. Ma quello che di Francesco Totti da Porta Metronia colpisce, è l’amore sconfinato per quei colori, il giallo ed il rosso. Uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane sono stati i trofei che il Pupone ha sollevato da quando veste la divisa della Roma. Poco, pochissimo in rapporto alla sua classe. Ma tanto, tantissimo perchè frutto di vent’anni di passione, sempre in quello stadio, sempre con quell’inno a precedere le gare casalinghe, sempre con quei colori. Che poi Totti sia al secondo posto della classifica dei marcatori della Serie A e primo tra i giocatori in attività ad aver segnato il maggior numero di reti con un'unica squadra, sorprende poco. Perché Totti ha messo davanti a tutto e tutti Roma. E la Roma. Arrivando ad esserne un simbolo assoluto, arrivando oggi ad essere celebrato per aver comunque, a quasi 37 anni, voglia di stupire. « Questo ragazzo è un talento purissimo» confessò Sor Carlo Mazzone, nel 1995. Non si era sbagliato. Perché “ i campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione” sosteneva un certo Muhammad Ali. Sogno, desiderio e visione, per Francesco Totti durano da vent’anni. Sempre fedeli a quei colori e a quella maglia.

Gabriele Cavallaro


IlCalcio24 Redazione