UN DERBY DELLA MOLE SENZA STORIA.


La Juventus di Allegri dimostra più qualità e ringrazia un Torino mai entrato in partita.
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Torino Allianz Stadium, 24/09/2017 -


Il tremendismo granata era un’altra cosa, ma soprattutto era supportato dal cervello. Riteniamo che questo sia il pensiero del popolo granata, dopo il deludente 4 a 0 subito in malo modo all’Allianz Stadium.  I derby contro la Juve hanno da sempre rappresentato per i tifosi granata qualcosa di diverso, qualcosa che si potesse magnificare attraverso la grinta e la determinazione, ma con l’ausilio di quel senso di motivazioni capaci di non dissociarsi mai dall’equilibrio mentale. Ma il derby di sabato sera 23 settembre 2017 tra Juventus e Torino,  ha mostrato tutt’altra faccia. Un atteggiamento granata così esasperato nei toni e nelle azioni in campo, tale da favorire la superiorità tecnica e tattica di una Juventus supportata da un Paulo Dybala stratosferico. L’errore di Baselli che ha subito chiesto scusa a tutti :“Ho sbagliato a fare quell’entrata. All’ultimo momento ho tirato indietro la gamba, ma ormai era troppo tardi” secondo il nostro parere, colpevolizzare il ragazzo è come sparare sulla croce rossa. Questo fallo nasce da molto lontano e lo attribuiamo particolarmente a una esagitazione sproporzionata dell’ambiente granata che è figlia dell’atteggiamento sbagliato del suo allenatore. Infatti, il problema di Mihajlovic non sta nelle sue capacità di preparatore tecnico e tattico che riteniamo all’altezza del Toro, ma nel suo carattere che troppo spesso assume i connotati di un’esasperante irascibilità. Sempre scontroso, sempre eccessivo di carica agonistica, l’allenatore serbo non può pensare che i suoi ragazzi entrino in campo con la lucidità capace di mettere in atto la preparazione settimanale alla partita successiva. Si perde in logica calcistica per guadagnare in esasperato senso di non gioco, attraverso falli inutili ed autolesionisti. Si pensi alle dichiarazioni che ha fatto il tecnico serbo prima della partita contro l’Udinese: “Chi tira indietro la gamba non giocherà il derby”. Questo non è un modo consono per caricare la propria squadra a far bene, perché psicologicamente si potrebbe ritorcere contro tutto l’ambiente. E, infatti, questo è successo, perché abbiamo visto Mihajlovic alla fine di quella partita, entrare in campo e rimproverare furiosamente i suoi giocatori per avere rischiato di pareggiare una gara già largamente vinta nel primo tempo. Riteniamo che questo sia il vero neo di un Toro che se è vero che dal punto di vista qualitativo è inferiore alla Juventus, è altresì vero che quest’anno abbia tutte le carte in regola per entrare in Europa. Ma non così, diciamo noi, non con questo modo! C’è bisogno di tranquillità e di trovare quella via maestra che è l’interpretazione del calcio giocato e non parlato in maniera furiosa. Detto questo, bisogna dire che il Toro rimasto in dieci nel derby fin dal 24.mo minuto del primo tempo, ha agevolato la Juventus a dimostrare tutta la sua superiorità in una partita scivolata via a senso unico e senza il vero contrasto calcistico dei granata, che sono stati in balia dei bianconeri. Le squadre si sono presentate a specchio con il 4-2-3-1, ma la differenza l’ha fatta la qualità tecnica superiore della Juventus e, soprattutto, l’errata interpretazione della gara da parte del Torino. Sì, perché il fatto di giocare in 10 per una larga parte della partita, non può giustificare una così evidente passività e un disarmo che non è da Toro, non può esserlo! E’ vero che Allegri ha impostato la partita in maniera da costringere il Torino a correre di più e a sfiancarlo nel pressing e nel movimento senza palla che si è visto soltanto all’inizio, ma tutto ciò non può legittimare tutto questo divario di gol e di gioco tra le due squadre. Buon per la Juve, che adesso si prepara a disputare la sua seconda partita di Champions contro l’Olympiakos di Atene, ringraziando il Toro per il proficuo “allenamento” sostenuto nel derby.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro