DISFATTA ARGENTINA


Brutta partita dell`Argentina che con ogni probabilità ritorna in Patria anzitempo.
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Torino, 22/06/2018 -


Argentina – Croazia 0 – 3. Un risultato che ai mondiali di Russia ha destato un inevitabile stupore. Ma chi ha assistito alle due partite iniziali dell’Albiceleste contro Islanda e Croazia, ha notato il serpeggiare di un certo nervosismo che è premonitore del malessere cui è afflitto Lionel Messi e i suoi compagni di squadra. Il motivo? L’insanabile spaccatura in seno allo spogliatoio che non ha legato fin dall’inizio con il C.T. Jorge Sanpaoli. Sono cose che esistono nel mondo del calcio e che spesso sono capaci di mettere in evidenza certe fragilità che sembrerebbero non esistere tra giocatori forti tecnicamente come appunto sono gli argentini. L’unione resta da sempre la vera forza del calcio, il vero focus che ti fa volare e ottenere prestigiosi risultati. E anche in un’equipe che vanta uno dei due giocatori più forti al mondo, se non c’è armonia di gruppo non vai da nessuna parte. D’altra parte, non si è mai vista nel calcio una compagine che viva esclusivamente del suo giocatore migliore. Certo, parlando di Messi ci riferiamo a un extraterrestre che, se in forma, è  capace di fare la differenza della sua squadra anche se da solo non potrà mai vincere da nessuna parte. Sostenendo questo, vogliamo dire che nonostante i grandi valori tecnici dell’Argentina, i giocatori in campo hanno sempre bisogno di una guida che li disciplini tatticamente, cogliendo le posizioni migliori per sfruttare le proprie caratteristiche a beneficio della coralità. Ebbene, Jorge Sampaoli in tutto questo non ha dimostrato di avere le idee chiare. Troppi giocatori buttati nella mischia, altri lasciati inspiegabilmente in panchina e poi chiamati in campo per tentare l’impossibile. Troppo nervosismo e idee confuse, l’Argentina non può essere questa. E adesso, dopo questa disfatta contro la Croazia che sa di umiliazione, l’Albiceleste rischia di tornare a casa anzitempo. Proprio lei che alla vigilia dei Mondiali era considerata tra le papabili nazioni capaci di alzare la coppa sul cielo di Russia. Questo è il calcio, questa è la realtà di un gioco incapace di dare certezze perché troppe cose sono legate a un filo talora anche invisibile. In fondo è la sua bellezza, il fascino che sa fare intersecare emozioni di gioia e amarezze che non t’aspettavi. E così, per una Argentina che ci ha fatto sgranare gli occhi della delusione, c’è una Croazia che entusiasma attraverso un centrocampo molto ben assortito e geometrie di gioco essenziale quanto proficuo. Capitan Modric sugli scudi, un giocatore intelligente, ordinato tatticamente e votato al gioco di squadra sia in zona di interdizione che in fase offensiva. Prova ne è il suo gran gol che a dieci minuti dalla fine ha sentenziato il match. Ma la Croazia è squadra compatta in tutte le zone del campo, dove ben interagiscono tra loro sia Rakitic che Brozovic, Perisic, Mandzukic, Vrsaljco, Vida, Strinic, i quali enfatizzano le loro caratteristiche tecniche attraverso il 4-2-3-1 voluto dal C.T. Dalic. Un po’ come dire che nel calcio non si vive di sola pomposità, ma di idee chiare e di armonia tra i reparti. Questa è stata la differenza sostanziale che è emersa dal match Argentina Croazia. E non è un caso la probabile eliminazione della nazionale argentina, a discapito di una Croazia che proseguirà il suo cammino mondiale. E noi siamo sicuri che farà bene.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro