INTER TORINO, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA


Una partita dai due volti.
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Milano Stadio San Siro, 27/08/2018 -


Inter – Torino 2 a 2 = Perisic al 6’, De Vrij al 32’, Belotti al 55’, Meité al 68’

Il blackout mentale è diventato il motivo conduttore di questo inizio di campionato in cui si evidenziano molti problemi legati soprattutto alla ricerca di un gioco, di un’identità di squadra e di un amalgama talora difficile da raggiungere. E allora si assiste a partite come Inter e Torino in cui il desiderio di superarsi non è più forte dell’equilibrio del risultato finale. Nerazzurri e granata hanno pareggiato una gara dai due volti che mette in analisi certi punti ancora da colmare dal punto di vista caratteriale e tecnico.

L’Inter di Spalletti ha giocato un ottimo primo tempo mettendo sotto un Torino evanescente e negativamente sorprendente per assoluta mancanza di reattività. Poi, nel secondo tempo, i nerazzurri hanno perso improvvisamente quel cipiglio di squadra dimostrato all’inizio e si sono persi in un’inspiegabile abulia che mette in discussione anche il suo allenatore per non essere riuscito fin dallo scorso campionato a dare una certa continuità alla squadra. Troppo altalenante questa Inter di Spalletti che comincia il campionato perdendo fuori casa contro il Sassuolo e pareggia malamente la prima partita interna contro il Toro. E non può essere certamente la mancanza dell’infortunato Nainggolan la causa di questa situazione. Certo, la presenza del belga darebbe un valore aggiunto nel centrocampo di Spalletti che spesso rappresenta il vero problema mai risolto dell’Inter. Ottimi gli inserimenti dell’esterno Politano e a sprazzi anche apprezzabili le incursioni di Perisic che pecca sempre di mancanza di continuità. Note negative per Icardi che, tuttavia, pensiamo abbia bisogno di un maggiore supporto nella zona d’attacco, avvicinandogli maggiormente quel Perisic che abbiamo visto svariare in lungo e largo per il campo. Da rivedere il centrocampo che pur vanta nomi illustri come Asamoah, Vrsaljko, Vecino e Brozovic e una difesa che dovrebbe essere più attenta e senza attimi di distrazioni, specie se facciamo riferimento a giocatori di qualità come De Vrij, Skriniar e D’Ambrosio. A Luciano Spalletti che è il timoniere di questa squadra, si chiede di trovare presto la soluzione di tanti problemi venuti alla luce. In fondo, la società nerazzurra quest’anno gli ha affidato fior di giocatori di grande livello tecnico in tutti i reparti.

Il Toro di Mazzarri, invece, sembra proiettato sulla strada giusta. Infatti, eliminando l’assurdo primo tempo contro l’Inter, il Torino visto nella prima di campionato contro la Roma e quella ammirata nel secondo tempo di San Siro è una squadra vera, essenziale e con un carattere ben delineato. La reazione a un inizio assolutamente deprimente è da considerarsi in maniera positiva, soprattutto nell’evidente desiderio di non apparire amorfi e privi di mordente. Il cuore Toro è questo, ma c’è ancor di più rispetto all’anno scorso in cui si peccava di qualità in un centrocampo troppo muscolare e poco tecnico. Oggi il Toro è ben assortito in difesa, dove Sirigu non si discute per sicurezza tra i pali, Nkoulou che meraviglia sempre più per carisma e scelta di tempo negli interventi, gli eterni Moretti e De Silvestri e poi con quel nuovo acquisto che risponde al nome di Izzo, un infaticabile frangiflutti a protezione della difesa. Ma abbiamo visto mordere le caviglie dell’avversario anche a Soriano e Rincon, i quali hanno trovato in Meité il supporto ideale per ripartire in contropiede. Ottimo Iago Falque nel suo incedere veloce con spunti di notevole tecnica individuale, mentre Belotti sembra rinvigorito e desideroso di cancellare l’anonimo campionato dello scorso anno. Adesso Mazzarri deve lavorare molto sulla ricerca più psicologica che tecnica di trovare la causa di certi blackout inspiegabili e pericolosi. E poi c’è da considerare il punto interrogativo riguardante gli inserimenti di Ljajic (eterno incompreso) e di Zaza. Ad oggi, conoscendo la scuola di pensiero del tecnico toscano, dubitiamo in un attacco a due punte. Tuttavia, pensiamo che se a turno Belotti e Zaza sapranno sacrificarsi per dare una mano a centrocampo, potremmo assistere a un Toro con maggior peso in attacco. Ma siamo solo alla seconda di campionato, e se anche il Toro come tutte le altre squadre é alla ricerca di una vera identità, possiamo affermare che quest’anno Mazzarri ha la possibilità di provare più soluzioni tattiche. Il Torino è finalmente una squadra vera. Si studi il modo migliore per renderla brillante e competitiva. L’Europa l’attende da troppi anni.

Salvino Cavallaro



Salvino Cavallaro