TAVECCHIO, DIMETTITI


Domani, 15 Novembre 2017, si riuniranno i vertici federali per stabilire il nuovo corso della Nazionale Italiana.
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Roma, 14/11/2017 -


E’ il minimo che il Presidente della F.I.G.C. Tavecchio possa fare dopo l’apocalisse sportiva  piombata addosso alla Nazionale e alla sua estromissione dal Campionato del Mondo 2018. Non ci sono scusanti, l’ha detto pure il Presidente del CONI Giovanni Malagò: “Se fossi Tavecchio mi dimetterei. Siamo profondamente amareggiati e delusi per la mancata partecipazione al Mondiale”. Per il momento sono solo parole dettate dall’emozione ma anche da inconfutabili dati di fatto che si riferiscono alle molteplici responsabilità di un Presidente che è sempre sembrato fuori dagli intendimenti calcistici; e, infatti, questi sono i risultati. Poltrone che vengono occupate più con la figura di vere e proprie cariche politiche, piuttosto che da veri intenditori dell’azienda calcio. Anche in questo l’Italia deve cambiare, partendo proprio dai vertici che devono essere scelti tra coloro i quali hanno vissuto nel mondo del calcio, raccogliendo un curriculum di esperienze atte a dirigere con la giusta professionalità di settore, un’organizzazione che ha bisogno di essere gestita in maniera consona e moderna. Si smetta di votare sempre personaggi che raggiungono la presidenza grazie a spinte politiche, promesse di amicizia e gruppi che promuovono ciò che non dovrebbe essere preso neanche in considerazione per la mancata esperienza di calcio a livello direttivo. Figure come Arrigo Sacchi, Maldini, Vialli, lo stesso Del Piero, dovrebbero entrare a far parte di diritto nelle stanze del palazzo che gestisce il calcio in Italia. Sappiamo che è utopia pensare che si possa dirigere il governo del calcio italiano, mettendo da parte la politica e i suoi interessi personali, tuttavia, se vogliamo dare veramente una svolta culturale con una forma mentis più moderna e adeguata al mondo del pallone italiano, è necessario invertire quella rotta che per anni è stata forza esclusiva di pochi eletti. Ma dobbiamo aspettare domani pomeriggio, 15 novembre 2017, quando in Federcalcio si riuniranno tutte le componenti federali per fare un’analisi approfondita e decidere dei programmi e anche delle scelte future. Intanto il numero uno del Coni Malagò, continua con le sue dichiarazioni: “Se Tavecchio ritiene di essere la persona adatta a portare avanti il nuovo corso lo faccia, ma prenda le sue responsabilità. Non credo che le dimissioni di Ventura siano il punto focale della questione, visto che il rinnovo del contratto era subordinato alla qualificazione ai mondiali. Quindi, poco cambia se l’ufficialità sarà oggi o tra venti giorni. Intanto, vorrei ricordare che il percorso iniziale di Ventura era legato alla presenza di Marcello Lippi. E’ come se a un direttore generale non gli avessero messo sopra un Amministratore Delegato”. Parole chiare, come trasparente è la figura del Presidente del Coni Malagò in grado di parlare la lingua comune e non il solito politichese ammantato di ipocrisia. Nel suo dire si avverte l’animo del tifoso deluso e non di chi deve comunque difendere l’indifendibile. Poi, con fare sincero, si rivolge a Buffon: “Ci ha messo la faccia come sempre”. Dunque, non ci resta che aspettare ancora 24 ore, prima di vedere che cosa succederà nelle stanze non più tanto segrete della Federcalcio d’Italia.

Salvino Cavallaro      

Salvino Cavallaro