UNA JUVENTUS CINICA, APRE LE PORTE DEI QUARTI DI CHAMPIONS


Agli ottavi di finale, la Juventus ha battuto il Porto 2 a 0 all`Estadio Do Dragao.
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Oporto, 23/02/2017 -


Avevamo ancora negli occhi la bellissima partita di Champions League che il Manchester City ha giocato contro il Monaco. Un calcio offensivo fatto di grande velocità, pressing a tutto campo, gol a grappoli e difese deboli. Poi è arrivata la serata di Porto – Juventus e per lunghissimi tratti della gara abbiamo assistito a un calcio dall’impronta totalmente diversa da quella offerta la sera precedente dal City e dal Monaco. Allo Estadio Do Dragao di Oporto decidono i due panchinari Pjaca e Dani Alves, che mister Allegri ha messo in campo al posto di Cuadrado e Lichtsteiner. Così la Juve vince 2 a 0 contro il Porto rimasto in 10 dal 27’ del primo tempo, per doppio giallo dato dall’arbitro a Telles. Una vittoria che apre le porte dei quarti di finale ad una Juve che ha saputo raccogliere il massimo con il minimo sforzo. Cinici e astuti, i bianconeri hanno colpito al momento giusto, dopo avere avuto la pazienza di aspettare. Il Porto ha abbassato notevolmente il suo baricentro, chiudendo ogni spazio disponibile all’avversario e mettendolo così in difficoltà nell’esplicazione del proprio gioco. Per lunghi tratti della gara, infatti, la Juve ha prodotto soltanto un possesso palla estenuante che è apparso persino stucchevole sotto il profilo di un gioco che non è mai stato verticalizzato. Passaggi precisi, brevi, e talora di scolastica facilità, sono stati l’emblema di un gioco che non è facilmente riscontrabile in una Juventus che ultimamente ci ha abituato allo spettacolo, ai gol e alle verticalizzazioni di gioco. E’ il problema di una Juve che trova delle difficoltà quando gioca contro squadre chiuse e arroccate in difesa, che non lasciano spazio agli attaccanti per l’inserimento tra le linee. Ma i bianconeri di Allegri, con questo modulo del 4-2-3-1 applicato con successo in campionato, hanno capito che possono adottarlo con esito positivo anche in Champions League, nonostante i timori della vigilia. Allo Estadio Do Dragao è emersa la voglia repressa di un Pjaca che scalpitava giustamente in panchina e che, al di là del gol segnato, ha dato segnali tangibili di maturità quando l’abbiamo visto arretrare per aiutare difesa e centrocampo. In fondo è proprio quello che vuole da lui Max Allegri, innamorato com’è dei giocatori bravi tecnicamente e duttili nel sapersi districare all’occorrenza in ruoli diversi dal proprio, come ad esempio fa Mario Mandzukic. Un po’ sottotono ci sono parsi Cuadrado e Dybala, mentre Higuain ha dato dimostrazione dell’importanza della sua presenza in squadra anche quando non segna. Ma, a nostro parere, la vera ciliegina sulla torta chiamata Juventus è stata rappresentata da Miralem Pjanic, un giocatore a lungo atteso, che finalmente ha trovato quel ruolo giusto che si confà esattamente con le sue caratteristiche tecniche. E’ la posizione ricoperta per lunghi anni da Andrea Pirlo. Cabina di regia, intelligenza tattica, visione di gioco, capacità di interdire per far filtro a centrocampo, e precisione di tiro e gol su palle inattive. Ecco, diremmo proprio che aver trovato questo giocatore di qualità che occupa una posizione così nevralgica nello scacchiere di centrocampo voluto da Allegri, rappresenta per la Juve il valore aggiunto. Tutto ciò grazie anche a Khedira, capace di aiutare il bosniaco nel momento in cui produce il suo sforzo in attacco. Per il resto ci sembra una Juve tutta in salute, nonostante le critiche e le polemiche di questi giorni, relative alla querelle tra mister Allegri e Bonucci. Tutto chiarito tra i due. Pace fatta ed episodio chiuso. Adesso si può pensare alla partita di campionato contro l’Empoli e quella di Coppa Italia contro il Napoli allo Stadium. Per la Juve gli esami non finiscono mai. D’altra parte, questo si sapeva già. Nel calcio che conta, questi sono i mesi cruciali. Importante farsi trovare pronti.   

Salvino Cavallaro     

Salvino Cavallaro