SUPERLEAGUE: E ADESSO CHE SUCCEDERÀ?


Il fallimento della SuperLeague, passata in 48 ore dalle "stelle" alle stalle.
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Torino, 21/04/2021 -

Dopo il fallimento del progetto SuperLeague e dopo la clamorosa figuraccia a livello planetario che soprattutto la Juventus ha subito da questa incredibile vicenda sportiva e finanziaria, ci aspettiamo delle inevitabili reazioni da parte della UEFA, FIFA, LEGA ItALIANA e FGCI. Il tentativo di «golpe» sul sistema calcio internazionale architettato dal presidente Florentino Peres e dal vicepresidente SuperLeague Andrea Agnelli, non può essere considerato come se nulla fosse accaduto. Sono state 48 ore tremende, in cui si sono mobilitate le nazioni europee calcisticamente più importanti, trascinando nelle ferree polemiche anche le istituzioni politiche che hanno unanimemente condannato ogni tentativo di ribaltare un sistema calcio già consolidato nel tempo. Così dice Andrea Agnelli: «La SupeLeague non può andare avanti. Dobbiamo essere franchi e onesti, no. Evidentemente non è il caso, non proseguirà» Già, «dobbiamo essere franchi e onesti». E' comodo adesso scegliere la strada più facile a posteriori del tentativo di costruire un progetto ambizioso e consapevolmente malefico di una SupeLeague riservata ai ricchi, lasciando a bocca asciutta i meno abbienti. I tifosi della Juventus sono giustamente inviperiti e non digeriscono di buon grado la clamorosa debacle e la pessima immagine di tutta la società in tutto il mondo. Una caduta macroscopica di stile, che ha in solo 48 ore cancellato quella che nel tempo è stata costruita attentamente nei riflessi comportamentali di una gestione che all'esterno è sempre apparsa esemplare. Merito della casata Agnelli, dell'Avvocato Giovanni e di Umberto, il papà di Andrea, il quale non ha saputo mantenere lo stile e l'immagine di una società sempre attenta a non apparire marcatamente arrogante nel Potere, almeno nei rapporti con l'esterno. E adesso non c'è dubbio che tutto ciò è stato vanificato da questa grossolana perdità di focalizzare lo sport e il calcio in particolare, come mezzo accessibile a tutti, sia dal punto di vista delle ambizioni sportive che umane. Gli arrivismi economico finanziari hanno un limite oltre il quale il calcio non può andare. E Andrea Agnelli con Florentino Peres sono andati oltre, là dove non può esserci tolleranza. E non è che i tempi non sono maturi a operazioni di questo tipo, così come qualcuno ha voluto fare intendere fra le righe. Diciamo piuttosto che è proprio nella sua scellerata scelta di discriminare attraverso infauste divisioni, che sta tutto il vero problema. Sì, perchè il mondo ha capito che il fattore principe del calcio è il sogno di arrivare a vincere, anche di chi è meno forte dell'altro. E non importa se alla fine vincono le società di calcio più blasonate d'Europa, anche se si sono indebitate fino al collo e adesso si trovano con i bilanci in rosso, nonostante il Fair Play Finanziario glielo impedisca. Il calcio è e resterà dei suoi tifosi appassionati, innamorati e legati alle proprie bandiere che ne identificano la storia della squadra del cuore. In fondo, con questo clamoroso tonfo di marchiano tentativo di cambiare Uefa e Fifa in SuperLega che avrebbe voluto ribaltare tutto il sistema calcio, ha dato modo ai romantici del pallone ad avere la meglio su chi è sempre più legato al dio denaro. Adesso si proceda a dare un esempio, punendo chi ha sbagliato. Le più alte cariche istituzionali non ci deludano. La botta è stata troppo forte.

Salvino Cavallaro . .