NEL CALCIO DOVE STA LA VERITÀ?


L`angolo del tifoso bianconero. Considerazioni sui commenti giornalistici di Sky nel dopo gara di Inter - Juventus
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Milazzo (Me), 19/01/2021 -


Nel vedere il post-partita di Inter - Juventus su Sky, qualsiasi spettatore ha notato che gli opinionisti , quasi tutti ex giocatori , hanno graziato l'allenatore bianconero di critiche feroci per la prestazione della sua squadra, anzi ad una richiesta di Caressa, detta sottovoce ma non abbastanza se è filtrata fino a noi, di chiedere ad Alex Del Piero di porre una domanda al suo ex compagno di squadra Andrea Pirlo, c'è stato un diniego che la dice lunga sulla voglia di evitare di mettere in difficoltà il tecnico juventino da parte di un Del Piero, per ovvi motivi molto abbottonato sulle scelte tattiche dell'allenatore bianconero.

Cosicché mi sono venute alla mente alcune puntate del «Processo del Lunedi», dove nonostante fossero passate 24 h. dalla partita e quindi si fossero sbolliti gli animi, si assisteva ad uno spettacolo da parte di giornalisti , non ex giocatori, che davano una lettura critica, ricca di note tecniche e di strategie in campo, da «leccarsi i baffi» per il pubblico più esigente della «pelota italiota». Non facevano sconti a nessuno, anche perché non ci avevano giocato insieme fino a ieri, ma nessuno si offendeva o gli toglieva il saluto, se il suo modulo di gioco era massacrato da Maurizio Mosca o Bruno Bernardi o Maurizio Biscardi o Gianpiero Galeazzi. Eh sì, grandi firme del giornalismo sportivo, che hanno lasciato un ricordo indelebile in tutti i tifosi di calcio e non solo , ma che apprezziamo ancora di più dopo aver ascoltato i commenti degli opinionisti del cosiddetto «salotto calcistico « di Sky.

Se ieri sera qualcuno di quelli seduti intorno al tavolo rotondo avesse chiesto a mister Pirlo come mai la sua squadra ad esempio ha giocato per la prima volta in campionato con un modulo con 4 difensori e non il suo solito 3-5-2 , speculare a quello di Antonio Conte, che fra l'altro Pirlo avrebbe dovuto prevedere, visto che il modulo di Conte lo conosce alla perfezione per averci giocato, ebbene se glielo avessero chiesto non avrebbero commesso un delitto di lesa maestà, ma ci avrebbero fatto capire quali sono i limiti di questo tecnico rapportati ai valori dei suoi atleti in campo. E se avessero domandato sempre ad Andrea Pirlo come mai insiste a centrocampo su Rabiot e Ramsey , che non hanno mai convinto , lasciando in panchina McKenzie ed Arthur, soprattutto l'americano che sembra l'unico a correre lì in mezzo raccogliendo palloni su palloni fino a colpire di testa sotto rete avversaria segnando goal importanti, pensate che se l'avessero chiesto Pirlo si sarebbe offeso e, se anche fosse stato, non avrebbero rispettato il calcio e i tifosi che comunque pagano l'abbonamento?

Potrei continuare ancora per molto a snocciolare tutti i perché, che avrebbero potuto essere chiesti all'allenatore della squadra più blasonata d'Italia su una sconfitta senza attenuanti, ma soprattutto su una squadra ,che appare lo specchio del suo allenatore : timorosa nel condurre quel poco di gioco, che riesce a confezionare e quindi votata al «passaggio al portiere», unico «refrain « di un modulo difensivo sempre poco propositivo e piantato sulla linea Maginot del limite della propria area.

Mi sono chiesto quanto faccia bene al calcio italiano un giornalismo sportivo-calcistico, che non affonda il bisturi sull'involuzione del modo di giocare al pallone, che si nota in quasi tutti i campi di gioco di serie A e quanto sia producente glissare nelle interviste post-partita sui rilievi tecnici della prestazione. Sinceramente ho paura che questo atteggiamento dei commentatori calcistici molto generoso, sia una delle cause del non gioco delle nostre squadre e della loro inferiorità rispetto alle squadre del continente europeo.

Rimedi? E se riducessimo il numero degli ex-calciatori opinionisti negli studi televisivi durante il post-partita e richiamassimo le penne del nostro giornalismo sportivo che magari non hanno mai dato un calcio al pallone, ma danno ancora del Lei all'intervistato?.

Attilio Andriolo