BEPPE MAROTTA, ”L’EQUAZIONE DI CHI PIÙ SPENDE PIÙ VINCE, NON ESISTE”
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Dopo la presentazione ufficiale di Tomas Rincon avvenuta il 3 gennaio allo
Juventus Stadium, l’Amministratore Delegato Beppe Marotta si è soffermato con
noi giornalisti. L’incontro che è apparso subito interessante e di grande rilievo
per quanto riguarda le notizie sulla Juve, è stato per certi aspetti prolifico anche
sotto l’aspetto gestionale del calcio moderno. L’aver perso Witsel, che fino all’ultimo sembrava
cosa fatta, ha suscitato domande lecite sull’esoso potere d’acquisto della
Cina. “L’equazione di chi più spende più
vince, non esiste e spesso è stata
disattesa” dice Marotta, il quale sposta l’argomento più come fatto nuovo
che va a discapito di tutti i club europei, piuttosto che come argomento di
perdita improvvisa di potere della Juventus. Ed è stata proprio questa una
delle tante domande che abbiamo rivolto all’AD della Juve, società da sempre
incontrastata in Italia a mantenere un certo potere economico che altre non
hanno. Per quanto riguarda l’affare Gagliardini,
che è quasi concluso dall’Inter, Marotta
dice: “E’ importante creare un modello
di riferimento e la Juventus ce l’ha, sia sportivo che imprenditoriale. Noi
abbiamo vinto con il modello che vale più dei soldi. Non ci preoccupa che l’Inter
punti sui giovani italiani, perché noi continuiamo a monitorare. In ogni caso
non conta la capacità del management ma il valore del brand. E in questo
preciso momento sono i giocatori che vogliono venire da noi, tanti e buoni.
Tuttavia, non possiamo prenderli tutti.” Abbiamo poi spostato il discorso
sugli acquisti nel mercato di gennaio, chiedendo se Rincon fosse per la Juve l’unico
acquisto. “Siamo in fase di conclusione
per Caldara, quindi di acquisti ne abbiamo già fatti due. Gennaio serve anche
per lavorare per il futuro e qualche contatto lo avremo per giocatori che oggi non
sono trasferibili. Caldara l’abbiamo preso perché è funzionale al nostro
modello, visto che in difesa abbiamo grandi professionisti ma datati e quindi
dobbiamo pensare al futuro. Lo lasceremo in prestito per altri sei mesi e
probabilmente anche per l’anno prossimo, visto che in difesa siamo a posto e
Benatia verrà probabilmente riscattato.” Si insiste poi sull’argomento Allegri che è stato immortalato dalle
telecamere dopo la sconfitta di Supercoppa a Doha. “Ne ho visti tanti di allenatori arrabbiati dopo una sconfitta. Allegri
non fa eccezione e quindi cataloghiamolo come semplice sfogo adrenalinico. Calci
nel sedere non ne abbiamo dati a nessuno. E’ vero, abbiamo perso per un rigore,
ma non vedo come si possano rimproverare giocatori che ci hanno regalato tante
soddisfazioni: non dimentichiamo che siamo campioni d’inverno e primi nel
girone di Champions. Perdere una partita ci sta, anche se la Juve è più abituata
a vincere e quindi il rammarico rimane evidente.” Esaustivo e molto loquace
ci è parso l’AD della Juventus. Toni bassi, garbati e idee molto chiare nell’affrontare
le relazioni con i media. Così com’è nello stile Juventus.
Salvino
Cavallaro