ANTONIO CAPRARICA: «DELUSO DAL CALCIO ITALIANO DOPO GLI SCANDALI CHE HANNO COINVOLTO LA MIA SQUADRA DEL CUORE. BISOGNA CAMBIARE»


Esclusiva a cura di Pascal Desiato
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21/04/2013 -

Ospite a Caltagirone dell'Accademia italiana della Cucina per parlare della sua esperienza ospite a pranzo dalla Regina Elisabetta, avvenuta qualche anno fa, e presentare il suo ultimo capolavoro "Ci vorrebbe una Thatcher", omaggio all'omonima lady di Ferro britannica, ha parlato in esclusiva per IlCalcio24.com l'inviato per la Rai a Londra Antonio Caprarica.

Il giornalista, nativo di Lecce, ha esordito come redattore sindacale del settimanale Mondo Nuovo; tra il 1976 e il 1978 ha commentato prima la cronaca romana e poi la politica interna su l'Unità, in seguito è stato per soli nove mesi da febbraio a ottobre 1989 condirettore del quotidiano romano Paese Sera. Con Giorgio Rossi, ha scritto il suo primo libro: La ragazza dei passi perduti, nel 1986.

Nel 1989 ha lasciato la carta stampata per dedicarsi alla televisione: entrato in Rai, si è occupato di politica estera, poi è inviato e, quindi, corrispondente fisso del Tg1 nei paesi mediorientali, con base al Cairo ed a Gerusalemme. È inviato in Afghanistan, sui carri armati sovietici, che si ritirano sotto l'offensiva dei mujaheddin. Poi a Baghdad, nell'autunno del 1990. Quando è scoppiata la prima guerra del Golfo, si è trovato a Gerusalemme e ha raccontato la caduta degli Scud su Israele.

Nel 1993 è trasferito a capo dell'ufficio di corrispondenza Rai di Mosca, sotto la presidenza di Boris El'cin. Ha intervistato Michail Gorbačëv, è si è recato a Groznyj, capitale della Cecenia. Nel 1997  viene inviato a Londra, occupando lo stesso incarico per la Rai, ma per la capitale britannica. Dopo nove anni nel Regno Unito, nel marzo 2006 è stato posto a capo della Rai di Parigi.

È ritornato in Italia nel novembre 2006: viene nominato direttore del Giornale Radio Rai (GRR) e di Rai Radio Uno, incarichi che ha mantenuto sino ad agosto 2009. Nel settembre 2010 ritorna nella sede di corrispondenza britannica della Rai. Insieme a Claudio Icardi commenta la cerimonia d'apertura dei Giochi della XXX Olimpiade.

Caprarica affronta i temi caldi della politica nostrana, cercando di analizzare anche cosa potrebbe cambiare nel nostro bel paese.

Dottor Caprarica come vede la situazione politica italiana? "Sono tuttora sbalordito e costernato da quello che sta succedendo. Sono ormai più di vent'anni che non si riesce ad andare avanti e la situazione peggiora in maniera radicale".

Cosa servirebbe a questo paese per provare a cambiare? "Serve maggiore  responsabilità individuale, cercare di trovare un percorso comune, questa paralisi è un lusso che possiamo permetterci di mantenere".

I maggiori partiti hanno riportato Napolitano come Presidente della Repubblica nonostante lo stesso non fosse in un primo momento disponibile. "Stimo molto Napolitano sia come persona che come politico, due anni fa ci salvò dal collasso, ma ora era giusto anche per lui voltare pagina anche perché a 87 anni aveva anche il diritto di non rimettersi in gioco e quanto successo certamente è un avvenimento storico per la nostra nazione".

Come bisogna fare nell'immediato? "Bisogna cambiare questa legge elettorale, come in Inghilterra dove vi è una legge elettorale maggioritaria, in qualsiasi paese del mondo civile il giorno dopo le elezioni si sa chi ha vinto, da noi sono più di due mesi che siamo in balia dei venti, senza un governo. Bisogna intervenire o si rischia il tracollo".

Direttore cambiamo argomento e parliamo un po' di Sport. Dal punto di vista dell'etica sportiva certamente apprezzerà molto di più il modello inglese rispetto a quello italiano. Cosa si può cambiare da noi per avere nello specifico un calcio migliore fuori e dentro gli stadi? "Sarebbe inutile fare proclami, in Italia non si riesce ad andare ad una partita senza aver la paura che possa succedere qualcosa. Circa 25 anni fa ricorderete che in Inghilterra c'era il grosso problema degli hooligans che è stato risolto. Ora succede che un tifoso inglese va a Roma e viene accoltellato, abbiamo veramente sostituito la testa con i piedi e viceversa".

Segue dal Regno Unito il calcio italiano? "Devo dire la verità dopo calciopoli, che coinvolse la Juventus nel 2006, non ebbi più lo stesso entusiasmo che ora è del tutto svanito dopo che la mia squadra del cuore, il Lecce, la scorsa stagione è retrocessa per lo scandalo delle partite truccate. Però in compenso sono un fan sfegatato della Nazionale".

 

Pascal Desiato