ATTILIO ANDRIOLO: DOPO IL BISTURI, LA PENNA


Il bisturi come compagno inseparabile della sua professione di medico chirurgo
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Torino, 23/05/2012 -

Il bisturi come compagno inseparabile della sua professione di medico chirurgo, la penna, intesa  come mezzo di comunicazione e informazione giornalistica, la sua vera passione. Così, Attilio Andriolo medico chirurgo di lungo corso (da poco in pensione), dopo aver terminato la sua esemplare carriera professionale presso l`ospedale di Milazzo, s`inoltra nel mondo giornalistico con la competenza e la passione dei migliori professionisti della carta stampata. La sua passione per il calcio, legata soprattutto alle vicende del pallone milazzese e non solo, l`ha portato ben presto a intensificare il suo impegno di scrittore e giornalista sportivo. Un amore nato in sordina, ma che, poco per volta, ha assunto quelle dimensioni tipiche di chi sa individuare in se, spiccate caratteristiche naturali che, nel mestiere di giornalista, si manifesta attraverso il sacro fuoco. Una passione che ti arde dentro dal giorno in cui sei nato e che non accenna a spegnersi neanche davanti ai tanti problemi che la vita quotidiana ti presenta. Animo sensibile e rispettoso dei valori umani, Attilio manifesta all`occorrenza tutto il suo diniego verso le ingiustizie in genere ed è capace di esprimerle con chiarezza e senza mezzi termini, nella consapevolezza che certe idee debbano essere rese pubbliche denunciandole a viso aperto, senza timore di offendere nessuno e, soprattutto, rendendo un buon servizio per il miglioramento della collettività. Sono valori che si addicono soltanto a un tipo di giornalismo senza padroni, mai servile e che, purtroppo, oggi non è facilmente riscontrabile. Così scriveva Giuseppe Fava, Io ho un concetto etico del giornalismo. Un giornalismo fatto di verità che impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo, si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo della verità, si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere. Personalmente sono molto contento di avere ritrovato Attilio Andriolo dopo tanti anni, pensate che c`eravamo lasciati da bambini e frequentavamo insieme la terza elementare nella sezione C dell`indimenticato maestro Francesco Iannello. Il tempo è passato da allora, sì, è trascorso in maniera inesorabile, ma lui, il buon Attilio, è rimasto sostanzialmente uguale. Serio, riflessivo, educato, rispettoso degli altri, ma capace di mordere chi non rispetta le regole e chi vuole fare il furbo danneggiando gli altri senza ritegno. Lui è modello di rettitudine ed etica professionale, che manifesta attraverso la sua onestà intellettuale durante il suo vivere quotidiano. Oggi, come dicevamo prima, è giornalista sportivo della carta stampata ed è capace di esprimere, attraverso la sua penna brillante, concetti concreti e al contempo tecnicamente appropriati nel descrivere i valori calcistici della sua Milazzo. E, in questi ultimi tempi, in Attilio Andriolo abbiamo riscontrato anche un miglioramento straordinario nell`intervista a grandi personaggi di ieri e di oggi dove, con naturalezza, è capace di porgere domande mai banali e, soprattutto, mai finalizzate al raggiungimento di notizie che sollecitino gratuitamente la morbosa curiosità del lettore. Insomma una grande New Entry per il giornalismo a Milazzo. E, se è vero che la chirurgia milazzese perdeun serio professionista, è altresì vero che il giornalismo locale si appropria di una figura che saprà dare nel tempo un apporto mediatico rilevante. Benvenuto tra noi, caro Attilio. Ad maiora!                                                                   

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro