LE LACRIME DEL DELFINO


La storia di una vita in una parabola al novantesimo.
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22/12/2012 -

A vederlo, Romulo Eugenio Togni è un ragazzo qualunque. Nessun gesto di presuntuosa altezzosità dopo la rete che ha regalato al Pescara il successo sul Catania, solo l'incontenibile commozione a fine partita. Il volto magro e gli occhi vitrei di chi stenta a credere di aver appena insaccato una punizione magica alle spalle di Andujar: all'apparenza Togni può sembrare l'antitesi dell'archetipo del calciatore di massima serie, quello delle apparizioni nelle trasmissioni sportive e dei gossip con la soubrette di turno. Eppure, quello di indossare la maglia del Delfino e di regalare tre punti che danno un po' di ossigeno all'asfittica classifica degli abruzzesi, è un traguardo che forse non si aspettava nemmeno di raggiungere dieci anni fa, quando giocava per il Belluno.

Togni è rimasto il ragazzo di Sao Leopoldo che legittimamente sognava di calcare i campi del grande calcio, come ogni giovane brasiliano che abbia una buona confidenza con il pallone fantastica di emulare quelle figure divine dell'Olimpo carioca, da Pelé (indubbiamente Zeus) a Neymar (un giovane e frizzante Ermes con il ciuffo). Così dalla terra del caffé si trasferì in Italia, scenario della sua lunga e faticosa ascesa verso la Serie A. Un anno a Belluno e quattro a Manfredonia tra Serie D e C2; poi il passaggio all'Arezzo nel 2007, la parentesi al Sorrento prima di passare al Pescara. E ancora, gli altalenanti rapporti con gli allenatori: valorizzato da Zeman, accantonato da Stroppa, riscoperto da Bergodi. Il tiro che sorprende Andujar sul fondo scivoloso dell'Adriatico e il conseguente pianto liberatorio riassumono la sua romanzesca storia.

Togni rappresenta il lato umano di un calcio affetto da carenza di passioni, in cui tutto si riduce a termini di contratto e negoziazioni. La rivalsa di chi crede ancora nei valori di questo sport è nel suo gol, che arriva proprio nella stessa serata in cui Cellino dichiara che "il campionato è falsato" e gioca allo scaricabarile con Marotta, tra accuse arbitrali e un generalizzato caos organizzativo. E cosa facciamo noi, che assistiamo a spettacoli, teatri e operette di tal fatta? Non possiamo che ringraziare questo ragazzo italo-brasiliano per averci regalato il sogno di giornata, augurando a lui e a tutti coloro che inseguono il suo stesso obiettivo di donare al pallone un futuro migliore.

Samuel Boscarello