MILAN, GALLIANI E L`INSOSTENIBILE ARROGANZA DELLA NEW GENERATION


Negli ultimi cinque
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30/11/2013 -

E’ notizia di pochi minuti fa che l’ad Adriano Galliani lascia il Milan. Si sente offeso dalle parole di lady BB, il manager rossonero, perché è stata capace con mancanza di stile di estrometterlo dopo 27 anni di militanza milanista. Una ferita aperta che non si è attenuata neanche dopo la vittoria del Milan in Champions contro il Glasgow: “Lascio, con o senza accordo sulla buonuscita” dice Galliani “sono offeso. Non è così che si opera il cambio generazionale, lo si fa con eleganza. Mi dimetto per giusta causa nei prossimi giorni. Penso che aspetterò la sfida di Champions con l’Ajax che è in calendario l’11 dicembre prossimo. Comunque non mi faccio rosolare”. Chiara l’amarezza che traspare dalle parole di Galliani, il quale, dopo tanti anni di militanza al Milan si sarebbe aspettato un altro trattamento, almeno per una uscita più dignitosa dal punto di vista umano. Economicamente non ci sono problemi, perché (così si dice) dovrebbe incassare dai 30 ai 50 milioni di euro di buonuscita. Ma l’ad  rossonero su questo problema non fa alcun accenno. Per lui, l’offesa morale di essere estraniato in questo modo e di sentirsi dire da Barbara Berlusconi che il Milan spende male e che la ragnatela di osservatori milanisti non è competitiva come quella della Roma e della Fiorentina, gli dà scoramento fino a ritenersi offeso. “Non è vero quanto si sostiene a mio discapito” dice pubblicamente Galliani, “il Milan è una delle poche squadre italiane che da due anni chiude il bilancio in pareggio, nonostante la grave situazione economica che attraversa il calcio nel nostro Paese. Negli ultimi cinque anni la Roma è andata in Champions soltanto una volta e, la Fiorentina, mai”. Insomma, i toni e la mancanza di rispetto di lady BB non sono andati giù a Galliani che, sentitosi ferito intimamente dopo tutto quello che ha fatto in 27 anni di lavoro per il bene del Milan, non vede altra strada da seguire se non quella di lasciare le redini della società rossonera. L’amarezza è troppa, e certi corsi e ricorsi della storia ci fanno pensare come sia eterna la mancanza di gratitudine morale a tutto ciò che si è fatto negli anni. Senso di appartenenza, progettualità e lavoro continuato per il bene della società per cui si è lavorato, non sono quasi mai riconducibili alla gratitudine e al rispetto di certi sacrosanti valori. Sembra quasi che un certo tipo di ammodernamento gestionale, non debba tenere conto del passato perché, con la parola “rottamazione”, si debba intendere l’allontanamento di ciò che ormai è ritenuto obsoleto per un adeguamento ai tempi. Un refresh fisiologico che solo la new generation può sostenere. Ma se è vero che il trascorrere degli anni è l’emblema che nella vita “Nulla è per sempre”, è altresì vero che l’essere grati a ciò che è stato, deve ritenersi basilare. Il rispetto per l’uomo, in quanto tale, deve essere assolutamente imprescindibile. Barbara Berlusconi, forte del nome e della magna familiarità che ha, rappresenta certamente il presente e il futuro del Milan. Ma saprà eguagliare e/o migliorare ciò che ha fatto il suo predecessore in tanti anni di lavoro? Ai posteri l’ardua sentenza.

Salvino Cavallaro       


Salvino Cavallaro