ICARDI, L’INTER PERDONA MA LA CURVA NO.


In casa Inter i problemi non mancano mai.
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Milano , 19/10/2016 -


Autorevoli e discordanti pareri si sono contrapposti nella vicenda del libro pubblicato da Mauro Icardi, in cui egli stesso, in alcune pagine, ha descritto con dovizia d’informazione quel post partita  Sassuolo- Inter e l’acceso diverbio che ebbe con i tifosi nerazzurri. Parole pesanti che la frangia estrema del tifo organizzato non gli ha perdonato, per averlo contestato aspramente. La società gli ha addebitato una multa salatissima, ma la curva alza i toni e dice a chiari lettere che non lo vuole come capitano e neanche come semplice giocatore che veste quella maglia. A scatenare questo putiferio, è stata la ricostruzione dell’episodio sulla sua maglia numero 9 regalata dal campione a un bimbo e, secondo Icardi, strappata dalle mani dello stesso bambino. Storie di calcio, di ultrà, di prepotenze, ma anche di ingenuità inaccettabile da parte del giocatore e della stessa società. Tanto per cominciare, una società ben organizzata dovrebbe intervenire sul nascere di queste situazioni, proprio perché è suo diritto inalienabile. Quindi, l’ufficio stampa dell’Inter avrebbe dovuto leggere la bozza di quel libro prima di essere pubblicato. Ma se la società non è stata avvertita dal suo tesserato, ecco che la cosa diventa ancora più grave del previsto, perché lui come dipendente della Società Inter avrebbe dovuto chiedere il permesso. Quindi, altro che multa salata e togliere momentaneamente la fascia di capitano al giocatore. In questo caso la società avrebbe dovuto chiedere i danni dei diritti d’immagine. Anche la giustizia sportiva avrebbe dovuto dire la sua con autorevolezza, proprio in una occasione emblematica in cui si mette in agitazione il mondo degli ultras, attraverso una sorta di sfida pericolosa. Ma così non è stato, almeno fino ad oggi. Un po’ come dire che i panni sporchi si lavano in famiglia. Già, la famiglia Inter che appare troppo buonista davanti al rampollo Icardi che a 23 anni pubblica un’autobiografia sulla sua vita. Ma che ci sarà mai da raccontare quando ancora non hai vinto nulla, quando hai ancora un percorso professionale da fare e una lunga vita da percorrere? E poi Wanda Nara, moglie e agente di Icardi che mette ancora zizzania dichiarando: “Mauro non andrà via dall’Inter, toglietevelo dalla testa. Lui resta all’Inter al 100%. Le occasioni ci sono state la scorsa estate, ma ha scelto di restare per il rapporto che ha con i suoi tifosi perché è attaccato all’Inter.” Un po’ come continuare a sfidare quella Curva Nord che non ne vuole più sapere di suo marito. Ma, per fortuna, in tutto questo frastuono c’è ancora l’ala più moderata del tifo interista, che si schiera in un “lasciamo perdere” che sa più di saggezza, piuttosto che di reale voglia di continuare una diatriba che non porta benefici a nessuno. Già, proprio in quest’Inter così martoriata e mai ben definita nella sua parte tecnica così piena di ansia di far bene, senza mai farne. Sunning ha già i suoi problemi con una squadra e un Frank De Boer che sembra più confuso che persuaso. Dopo Mancini e l’olandese, adesso ad Appiano Gentile aleggia pure l’immagine di Rudi Garcia per un inatteso cambio di rotta. Sarà così? Chissà! Una cosa è certa, in casa Inter i problemi non mancano proprio mai.

Salvino Cavallaro                



Salvino Cavallaro