JUVENTUS, UNICA AVVERSARIA DI SE STESSA


Juventus
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16/12/2012 -

“Contro questa Juve c’è poco da fare”. Sono le parole dette a caldo da mister Colantuono, subito dopo la partita che i bianconeri hanno giocato contro la sua Atalanta. La 17° giornata d’andata del Campionato Italiano ha sentenziato che la Juve, che si prepara a raggiungere il titolo di campione d’inverno, sia l’unica avversaria di se stessa. Una squadra che gioca un calcio moderno, bello da vedersi, apprezzabile nello spettacolo, ma molto dispendioso per gli undici messi in campo da Conte che, attraverso il suo modulo vincente di gioco, richiede sempre alla squadra uno sforzo fisico costante e dispendioso di energie. I bianconeri visti contro l’Atalanta sono apparsi irresistibili per chiarezza di idee, fluidità di gioco e capacità di verticalizzazione delle proprie azioni offensive. La Juve, infatti, firma tre reti in meno di mezz’ora con Vucinic, Pirlo e Marchisio. Il centravanti dell’Atalanta Denis, solo davanti a Buffon, spreca l’unica occasione per la sua squadra di portarsi sul 1 a 1. Poi, quando viene espulso Manfredini per somma di ammonizioni, non c’è più storia. La Juve di Conte ha voluto caparbiamente approfittare della sconfitta dell’Inter per allungare il suo distacco in panchina e tentare una mini fuga. C’è riuscita alla grande, perché la Juve ha vinto e convinto. Il 3-5-2, divenuto ormai una sorta di lezionario recitato a memoria da tutta la squadra, si avvale a centrocampo della magistrale opera illuminante di Pirlo che, coadiuvato da Lchtsteiner, Vidal, Marchisio e Asamoah, completa uno scacchiere di gioco fatto di tecnica, corsa, incontrismo e capacità di offendere. Le due punte Vucinic e Giovinco sembrano ormai essersi inseriti definitivamente e in maniera costante negli schemi di mister Conte, anche se, a dire il vero, l’indiscussa capacità tecnica di Vucinic non sempre è garanzia di continuità. Abbiamo sostenuto da sempre che questa squadra, per ambire ad altissimi livelli europei, ha bisogno di un top player e, ancora oggi, confermiamo questa nostra convinzione. Adesso, pare che Drogba sia già alle porte della sede di Corso Galileo Ferraris  fin da gennaio e, se così fosse, riteniamo importante l’acquisto proprio in virtù della finalizzazione dell’enorme volume di gioco sviluppato costantemente dalla Juventus. Bisognerà vedere come potrà inserirsi il campione l’ivoriano nello schema tattico voluto da Conte. Ma, vista l’intelligenza tattica del giocatore, il suo alto tasso di tecnica e l’accoglienza positiva dei compagni di squadra bianconeri, siamo certi che in breve tempo sia la Juve che Drogba sapranno trovare la quadra e, per gli avversari, saranno davvero dolori. La Juve, adesso, sta veramente pensando in grande, perché sembra che a giugno arrivi anche Llorente. Un bel colpo di top player ma, su questo, aspettiamo a pronunciarci a cose avvenute. Discorso diverso è per la difesa, dove Lucio sembra di fatto un separato in casa. Ma, al contempo,  c’è anche da sopperire alla prossima assenza di Asamoah, impegnato nella Coppa d’Africa. Peluso e Bocchetti sono da tempo nei desideri di Marotta e Paratici. Vedremo cosa accadrà. Una cosa è certa, questa Juve oltre ad aver costruito un presente fatto di bel gioco e mentalità vincente, adesso vuole disegnare un futuro degno della sua straordinaria storia fatta di lunghi cicli importanti anche in campo europeo. Le fondamenta sono già state fissate con grande abilità, ora si deve continuare a costruire il futuro. I presupposti ci sono tutti.

Salvino Cavallaro               

 

 

 

 

 

 

Salvino Cavallaro