INTER, ZANETTI: «CORDOBA UN FRATELLO. CON STRAMA SI VA, BENITEZ SBAGLIAVA...»


Il Capitano parla ai microfoni di Inter Channel
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Milano, 12/05/2012 -

Ultima giornata di campionato, ultima puntata di 'A tu per tu' di Inter Channel. Alla vigilia di Lazio-Inter, protagonista dell'intervista realizzata da Roberto Scarpini è il capitano Javier Zanetti.

Capitano, è arrivato il momento di tirare un po' le somme di questa stagione. Partiamo dai record: possiamo se non altro definire quest'annata quella dei record a livello personale?
"A livello personale sì, è stata un'annata di tanti record, però purtroppo a livello di gruppo è stata un'annata molto particolare, con tanti problemi, cambi di allenatore, infortuni: non siamo mai riusciti a dare continuità. In quest'ultimo periodo di campionato, però, almeno stiamo riuscendo ad avere una continuità di risultati che ci permette di sperare di arrivare in Champions, visto che in Europa League ci siamo già".

Che cosa è successo con Gian Piero Gasperini e Claudio Ranieri, che da voi sono comunque sempre stati supportati?
"La volontà c'era da parte di tutti affinché le cose andassero bene, sia da parte degli allenatori che da parte nostra, ma purtroppo non siamo stati continui. Con Gasperini - che è stato il primo - le idee che lui voleva per questa squadra nelle prime partite non sono state all'altezza di quello che ci aspettavamo tutti, abbiamo perso tante partite e per questo è stato deciso di cambiare. Poi è arrivato Ranieri, un allenatore con tanta esperienza, con cui siamo riusciti a fare un filotto positivo, ma anche lì a un certo punto siamo caduti e non riuscivamo a tirare fuori la testa. Questo finché è arrivato mister Stramaccioni, molto giovane - ha tre anni meno di me (sorride, ndr) - ma con le idee molto chiare e che ci sta permettendo di sperare almeno in questi ultimi 90 minuti di poter arrivare al preliminare di Champions".

Si può dire che Stramaccioni sia riuscito nel farvi riaffiorare quella forza che è sempre stata dentro di voi, voi che avete vinto tutto ma che magari dopo una serie di sconfitte avete perso un po' di fiducia?
"Può essere una chiave di lettura, anche perché quando non arrivano dei risultati ti fai delle domande, magari il gruppo perde fiducia e non è più così convinto di quello che può fare. Ma questo non vuol dire che ci mancasse la voglia, perché la voglia c'era sempre, il gruppo c'è sempre stato, solo che sono successe tante cose insieme che hanno fatto sì che ci fossero quelle difficoltà. Adesso è tornata la fiducia, anche perché i risultati aiutano tantissimo".

Ma quando sentivate Rafa Benitez che diceva che questi giocatori avevano la pancia piena non vi arrabbiavate?
"Mi dava fastidio perché vedevo che non era così, io mi allenavo tutti i giorni e soprattutto conoscevo i miei compagni da tanti anni e vedevo che quando ci allenavamo davamo il massimo, perché l'obiettivo di tutti era fare bene per l'Inter. Ricordiamoci che abbiamo vinto una Supercoppa e un Mondiale per Club quando c'era Benitez, se il gruppo avesse avuto la pancia piena non sarebbe riuscito a vincere quei trofei. Prima di dare un giudizio bisogna sapere bene quali sono le cause e sapere bene perché succedono le cose".

Julio Cesar settimana scorsa ci ha detto che non vede l'ora di iniziare la prossima stagione.
"Sono d'accordo con lui. Adesso che ci manca solo una partita possiamo fare un bilancio degli ultimi otto anni e questo è il primo anno di difficoltà, dopo che per sette è stato vinto tutto. Può darsi che prima o poi questo momento dovesse arrivare e a noi è capitato tutto in una sola stagione. Ora, nella mente di ognuno di noi, c'è questa voglia di riscatto e di cambiare questa tendenza, per poter lottare nei posti alti cui siamo sempre stati abituati negli ultimi anni".

Può quindi essere la mente fresca di un allenatore giovane come Stramaccioni la cosa migliore in questo momento?
"Sì, a noi Stramaccioni piace, con lui stiamo bene in campo, in allenamento si vede che siamo tutti molto coinvolti e che lui ha le idee chiare, che è uno molto tranquillo. E a noi l'unica cosa che interessa è fare bene per questa Società e riportarla a essere vincente".

Voi giocate per vincere, si può quindi dire che vi piaccia avere un allenatore che vi mette in campo dandovi le indicazioni per attaccare, per vincere?
"Sì, anche perché le caratteristiche sono quelle di una squadra portata all'attacco, per cui è giusto trovare il giusto equilibrio in tutte le parti ma l'obiettivo principale è sempre quello di vincere le partite".

Sia per l'Inter che per la Lazio quella di domani sarà 'una partita della speranza aspettando che...'. Come si gioca una gara così?
"Purtroppo non dipenderà soltanto da noi ma io credo che il primo passo sia fare il nostro e poi aspettare un segnale per il terzo posto, che un mese fa sembrava impossibile. Sappiamo che sarà molto difficile ma siamo anche abituati che nel calcio può accadere di tutto e, perché no, può magari accadere questa volta...".

Se non dovesse arrivare terza l'Inter, chi avrebbe più merito di farcela?
"Credo l'Udinese, perché sta facendo un percorso molto importante, è una squadra molto giovane, con un allenatore molto intelligente. Credo che sia difficile mantenersi sempre nei primi posti ma l'Udinese ha dimostrato di essere la più continua".

Che cosa provi quando senti parlare del calcioscommesse?
"Mi dispiace che succedano queste cose, però credo che si stia facendo tutto il possibile affinché il calcio torni credibile e quindi noi - come protagonisti - dobbiamo essere i primi a dare questo esempio. Il calcio è uno sport talmente bello che spero che tutto questo si risolva per il meglio e si possa godere di un calcio spettacolare".

A inizio della prossima stagione non ci sarà più Ivan Cordoba al tuo fianco a tirare il gruppo nella corsa. Chi prenderà il suo posto? Forse Esteban Cambiasso?
"Ci sono tanti che lo possono prendere... ma Ivan resta Ivan, un grande amico, un fratello per me. Bisogna riconoscere tutto quello che ha dato a questa Società e a questa maglia, è stato bello vederlo felice domenica, meritava la vittoria, tutte le sorprese e l'affetto dei tifosi. Credo che comunque ci rimarrà vicino, per rendersi utile in un altro posto".

Clarissa Neri