JUVENTUS, ENTUSIASMO PER TEVEZ MA I DELPIERISTI NON CI STANNO


Tanto entusiasmo era probabilmente inaspettato
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28/06/2013 -

Tanto entusiasmo era probabilmente inaspettato. Ma evidentemente la voglia di ambire sempre più ad obiettivi ambiziosi e il desiderio di sognare grandi palcoscenici, da parte della platea juventina, ha fatto sì che lo sbarco a Torino di Carlitos Tevez si rivelasse particolarmente concitato.
Tifosi in delirio, dunque. Dirigenza juventina che (a ragion veduta) gongola per aver piazzato un colpo a budget moderatamente ridotto, per aver superato la concorrenza spietata di un altro paio di top club e soprattutto per aver ritrovato quella credibilità extra territoriale che compete a chi vuole dominare il tetto d’Europa.
Questo l’obiettivo per cui Conte e la Juventus hanno insistito su Tevez, questo il vero motivo per cui il popolo bianconero esulta in maniera così fragorosa. E’ arrivato il top player. O almeno così pare.
Le indubbie qualità tecniche e agonistiche del giocatore argentino, infatti sono note. Ma ripercorrendo la sua carriera, qualche dubbio sulla sua così netta attribuzione di una piazza d’onore tra i veri top player mondiali, resta. Tevez fin da bambino è soprannominato l'Apache, poiché il barrio dov'è nato, Ejército de los Andes, veniva anche detto Fuerte Apache, dal celebre film con Paul Newman.
Un incidente domestico gli procura delle vistose bruciature che ancora oggi ne sfigurano il volto e forse una vita ai limiti gli infonde una cattiveria sportiva che negli anni diverrà proverbiale.
La nazionale argentina, Boca Juniors, Corinthians, poi West Ham, i due Manchester ed ora la Juventus, i club di cui ha vestito con alterne vicende le casacche. Specie con tecnici dal carattere forte si è scontrato più volte, vedi Mancini, e quasi mai ha collezionato statistiche da goleador di razza.
E’ un’ottima seconda punta, questo va detto. Ma se il vero problema dei due recenti anni targati Conte è sempre stata la carenza di un uomo d’area, forse Tevez non arriverà per sopire tutti i problemi.
Ma tant’è, nulla più del campo dirà come stanno veramente i fatti e chi avrà avuto ragione. Certo è che indossare quel 10 sulle spalle sarà una responsabilità non di poco conto. Per l’Apache, che ha vestito anche “el dies” di Maradona al Boca, non sarà probabilmente un problema. Ha già espresso la sua stima per Alex Del Piero e confessato di non esser intimorito da questa investitura.
Qualche dubbio potrà pervadere i sentimenti di molti che, con ancora negli occhi la fantastica carriera in bianconero dell’ex capitano, avrebbero preferito un altro numero per Tevez. Ma si sa, le ragioni di mercato e di marketing hanno più valore di quelle del cuore. Quella maglia prima o poi andava assegnata, l’ha sempre augurato anche Del Piero.
L’importante che porti i successi che merita. E che sia indossata con quel garbo e quello spessore che solo certi grandi campioni del passato juventino hanno saputo dimostrare.

Gabriele Cavallaro


 

IlCalcio24 Redazione