LA «TRUFFA DEI TALENTSCOUT»: LA STORIA DI EMMANUEL, DAL PSG A ROSARNO


Raggirato da due «osservatori». «Arrivai da clandestino a Parigi, ma mi ritrovai solo».
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18/07/2012 -

Le grandi società come il Barcellona, il Real Madrid o il Manchester United hanno una fitta rete di talentscout per riuscire ad assicurarsi i migliori talenti, le stelle del domani. Tante sono le storie di ragazzi disagiati, poveri o sulla strada che sono divenuti grandi star grazie al pallone.

Messi, ad esempio, a 11 anni soffriva ipopituitarismo - carenza di ormoni necessari alla crescita -. Il Barcellona pagò le spese mediche che la sua famiglia non poteva sostenere, e il piccolo Lionel, allevato dal vivaio dei blaugrana, col tempo divenne il grande campione di oggi.

Ma ci sono anche tanti approfittatori che lucrano sui sogni di ragazzini di eguagliare i loro idoli mentre danno calci ad un pallone malandato su un polveroso campetto improvvisato. Questa è la testimonianza di Emmanuel, raccolta da Iside Gjergji per Il Fatto Quotidiano.

Emmanuel è originario del Ghana. Ha ventuno anni e vive in Italia, si arrangia lavorando tra campi e cantieri. Ma una volta sognava di calcare altri campi. Verdi, sì. Ma da calcio. Ero bravo, molto bravo. - racconta - Me lo dicevano tutti: amici, genitori, fratelli, maestri. Giocavo già nella squadra della mia città. Mi avevano dato anche un soprannome: Roger Milla (102 presenze e 28 gol con la maglia del Camerun, ndr). Avevo 15 anni quando un uomo consigliò a mio padre di registrarmi in un'accademia del calcio, perché lì vengono i talent scout europei che selezionano dei giovani calciatori africani da portare in Europa. Mio padre vendette molti dei beni che mio nonno gli aveva lasciato e pagò 1.500 euro per farmi entrare nell`accademia".

questo punto sembra accendersi una luce di speranza per Emmanuel: la sua vita potrebbe cambiare. "Dopo pochi mesi, infatti, si sono presentati due uomini, uno era francese e l`altro belga, che selezionavano i giovani calciatori per conto delle grandi squadre europee. Per farmi accedere al provino mi chiesero altri 2.000 euro. Superai le selezioni assieme a miei sette amici. Il talent scout francese promise di farmi giocare nel Paris Saint Germain oppure nel Real Madrid, mostrandomi addirittura i contratti".

"L`unico problema - continua - era ottenere il visto per entrare in Europa. Michel, il francese, mi disse che non mi poteva aiutare. Io dovevo partire, ad ogni costo. L`unica strada che mi restava era quella di raggiungere la Tunisia e da lì partire con le barche. Ci ho messo otto mesi per arrivare in Tunisia. E` stata molto dura. Ci sono stati giorni in cui non riuscivo neanche a mangiare. Sono partito con un barcone per raggiungere l`isola di Lampedusa. Mi hanno poi trasferito in un centro per minori in Sicilia, ma sono scappato dopo due giorni, perché dovevo andare a giocare a Parigi. Arrivai lì, ma il mio talent scout era sparito. Non l`ho mai più trovato. E così, mi sono trovato da solo per strada. A Parigi, ma poi anche a Milano e a Roma, ho incontrato altri calciatori come me. Le strade dell`Europa sono piene di gente come me.

Ma il destino non è uguale per tutte le vittime del business. "Io sono comunque tra i più fortunati. Conosco altri amici calciatori che sono stati espulsi e scaricati come bestie nei deserti della Libia e dell`Algeria.

Emmanuel vive in Italia da due anni: non ha più dato calci al pallone. Ha lavorato in Puglia, nei cantieri del fotovoltaico e tra i campi di Foggia e in Calabria, nelle serre di Rosarno. E chissà se, sotto il sole, ripensa mai a quei due tizi europei incontrati in Ghana, che gli avevano promesso la fama e gli hanno reso qualche callo sulle mani.

Samuel Boscarello