BALOTELLI, ANCORA LUI. MA BASTA ADESSO


Riteniamo che a questo
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11/10/2013 -

“Mi fa male il ginocchio”e Prandelli non lo manda a casa, anzi gli ordina di restare in ritiro. Indovinate un po’ chi è il soggetto dell’eterna spinosa questione: SuperMario Balotelli, e chi altro poteva essere. Il suo è un semplice affaticamento all’adduttore, questo è stato il responso del medico della Nazionale dr.Castellacci. Perdonato da Prandelli e, come al solito, destabilizzatore di regole etiche e comportamentali. Balotelli non è più un caso, semmai questa volta il caso è proprio il c.t. Prandelli che, a parer nostro, non avrebbe dovuto modificare in alcuni punti il suo codice etico imposto in Nazionale, proprio per perdonare chi ha subito in campionato una grave squalifica di tre giornate. Riteniamo che a questo punto si sia toccato il paradosso del volere far crescere un ragazzo che adulto non diventerà mai, neanche adottando il perdono continuo e il buonismo nei suoi confronti che, piuttosto di fargli del bene, è assolutamente deleterio per lui e per la sua carriera professionale. Prima di Prandelli hanno fallito l’intento di veder crescere questo campione dalle indubbie doti tecniche, anche fior di allenatori che hanno avuto una proverbiale pazienza nell’aspettarlo e che poi si sono arresi davanti all’evidenza dei fatti. “Basta isterismi” aveva raccomandato a tutti Prandelli lunedì scorso all’arrivo dei giocatori a Coverciano e Balotelli dopo quel “t’ammazzo” rifilato all’arbitro Banti dopo la partita Milan Napoli, avrebbe dovuto essere il primo a raccogliere la frase del c.t. azzurro. Questo è il risultato. Balotelli, invece di obbedire alle regole, chiede di abbandonare il ritiro per un infortunio di poca importanza. Verratti e Insigne soffrono lo stesso suo problema muscolare, eppure non hanno detto nulla anche se sanno che proprio per questo problema difficilmente scenderanno in campo a Copenaghen. Ma, si sa, qui il problema è ben più profondo di quanto non sembri apparentemente e Prandelli deve assolutamente dare l’impressione che la legge è uguale per tutti, anche se tutti sanno che ci sono giocatori insostituibili e altri no. Ma questo è un problema vecchio come il mondo. Nel calcio, mai nessuno avrà il coraggio di dire apertamente certe verità. L’ipocrisia è d’obbligo, ma la ragione deve pur avere la priorità su ogni cosa. O no?

Salvino Cavallaro  


Salvino Cavallaro