EURO 2012, SPAGNA-PORTOGALLO: LA SFIDA DEI PARADOSSI


Euro 2012 Spagna Portogallo
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Barcellona, 27/06/2012 -

Il Barcellona più catalano della storia, lo stesso che rivendica l'indipendenza e la cui unione con la Spagna è semplicemente calcistica, ha l'onore di annoverare campioni come Xavi, Piqué o Fabregas tra i 23 scelti da DelBosque per l'euroeo.

È quantomeno curioso che un club che proclama ai quattro venti la propria indipendenza apporti un numero consistente di talenti catalani per la selezione di una nazione che, secondo loro, non li rappresenta.

In tante occasioni ho ascoltato al Nou Camp levarsi il coro di Catalogna è una nazione, lasciando ben chiaro che i catalani non concepiscono il luogo dove vivono e dove sono nati come una regione autonoma, bensì come una vera e propria nazione confinante con la Spagna.
Dall'altra parte c'è il Real Madrid, club della capitale, i cui tifosi portano nel sangue i colori rosso e giallo della bandiera della nazione difendendo così l'amor patrio, e che ha Cristiano Ronaldo come rappresentante principale delle merengues nella semifinale dell'europeo.

Nonostante Casillas sia il capitano della selezione spagnola e Ramos, Arbeloa, Xabi Alonso ne siano colonne portanti, la verità è che il referente principale del madridismo è senza dubbio l'astro portoghese. Inoltre Pepe e Coentrao, due giocatori fondamentali per il Real, per non parlare di  Mourinho che, anche se non è il tecnico del Portogallo, ha seguito molto da vicino la propria nazionale come un tifoso comune.

Paradosso della vita, La Roja è più rappresentata dal Barcellona più catalanista della storia, mentre che il club con più sentimento nazionalistico ha vari portoghesi nel proprio organico e uno dei giocatori più forti del mondo che cercherà di eliminare la Spagna e approdare in finale.

 

Antonio Ioppolo