LA VISITA DELLA NAZIONALE ITALIANA AD AUSCHWITZ E BIRKENAU


Euro 2012 Italia
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08/06/2012 -

Abbiamo visto sfilare uno ad uno i giocatori della Nazionale Italiana con le cuffie ben sistemate alle orecchie. Questa volta, tuttavia, non ascoltavano la musica preferita e selezionata sui loro MP3, ma qualcosa di più profondamente toccante: la storia nazista nei campi di concentramento di Auschwitz. Sì, perché la Polonia non è solo il punto nevralgico dei Campionati Europei di Calcio del 2012, ma è anche il luogo (con Auschwitz in testa) del ricordo dei campi di sterminio, il campo di sangue dell`orrore nazista, la quintessenza del male. E` la più grande aberrazione della genesi dell`uomo che la storia di tutti i tempi ricordi. La squadra azzurra al completo, da Balotelli a Barzagli, da Giaccherini a Sirigu, dal CT Prandelli al presidente federale Abete e le più alte cariche della Figc, tutti in religioso silenzio a varcare la soglia di quel luogo che mette i brividi addosso e che non lascia spazio ad altri pensieri se non a quello della riflessione. L`unico autorizzato a parlare con la stampa è Giorgio Chiellini, che dice: E`un`esperienza toccante, finché non lo vedi con i tuoi occhi, non ti accorgi delle atrocità che sono state commesse in questo luogo.  Il filo spinato, le camere a gas, i block dove erano rinchiusi i prigionieri destinati al massacro. Poi a Birkenau, dove c`é la rampa lungo la quale venivano scaricati i cittadini ebrei arrivati da tutta Europa, Italia compresa. E lì, tra i binari di Birkenau, c`è stato il racconto dei testimoni che ha toccato il profondo dell`anima e commosso tutti. I sopravvissuti dell`Olocausto Piero Terracina e Samuel Modiano descrivono Birkenau come l`inferno dei vivi, mentre Anna Weis ricordava i familiari saliti in fumo e diventati cenere, come le raccontò con perfidia un nazista del campo delle atrocità. Il CT Prandelli, nel corso dell`ultima conferenza stampa, prima della partenza per la Polonia, aveva detto: Bisogna far capire, che basta poco per ripetere un disastro umano ed è un obbligo per tutti non dimenticare. E, a questo proposito, ricordiamo che nel 1997 la Nazionale Italiana durante il ritiro a Varsavia non si recò ai lager nazisti, motivando la mancata visita per problemi logistici. Una caduta di stile, un atteggiamento che non abbiamo condiviso e, del quale, ci siamo dissociati fin da subito. Oggi, la visita degli azzurri nei campi di concentramento ci riempie invece d`orgoglio e diamo atto alla Federazione Italiana Gioco Calcio di avere dato un esempio di trasmissibile positività umana, proprio in un momento in cui certi valori sono stati vergognosamente calpestati. Avremo tempo di scrivere dell`eventuale recupero di Barzagli e/o disquisire di altre cose calcistiche legate all`imminente inizio dei Campionati Europei 2012. I tifosi di tutta Italia sono pronti a darsi appuntamento nei bar, per strada o in qualsiasi altro luogo di aggregazione per condividere gioie e/o eventuali delusioni del calcio azzurro. Oggi, intanto, godiamoci questo momento di raffinata sensibilità, rimarcando con forza la presenza e la partecipazione sincera della Nazionale Italiana che, questa volta, ha saputo scrivere una pagina indelebile che va oltre l`importanza di un pallone che gira in mezzo a un campo di calcio.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro