LA JUVENTUS CHE NON RICONOSCIAMO PIÙ


L'analisi di una crisi profonda
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Torino, 12/12/2021 -

Non avremmo mai pensato che criticare la Juventus sarebbe stato come sparare sulla croce rossa. Fatto è che spesso ci chiediamo come una società di calcio così grande e rappresentativa per il nostro calcio si sia ridotta a essere considerata squadra di seconda fascia. Tante volte abbiamo cercato di individuare le cause di questa situazione e quasi sempre ogni analisi porta alla dirigenza, al suo mal gestire situazioni delicate che si sono protratte nel tempo fino a diventare macroscopiche. La Juventus vista a Venezia soffre del solito mal d'attacco e della carenza di gol. C'è poi un mal di idee che risultano mancanti nel concepire il football di squadra, visto che per lunghi tratti di partita si evidenzia una Juventus che si affida ai suoi solisti i quali esagerano a portare palla per andarsi a nascondere inevitabilmente nei meandri dell'avversario. E allora fa specie segnare un misero gol e abbassarsi per speculare fino alla fine ciò che potrebbe significare la conquista dei tre punti. E' un calcio vecchio, una mentalità da perdenti, un segnale inequivocabile di mancanza di autostima che in altri tempi avrebbe avuto altri nomi di squadre provinciali e non certo da Juventus. Oggi la Juve non fa più paura a nessuno, anche se il suo appeal resiste nel tempo per il colore delle sue maglie e l'inno che parla di «Juve, storia di un grande amore». Tuttavia, in campo nazionale la realtà è davvero deprimente, anche se in Champions (nell'attesa dei sorteggi degli ottavi di finale) si spera in un avversario abbordabile. Ma esiste tra le squadre rimaste in Champions League qualche squadra inferiore tecnicamente a Venezia, Verona, Empoli e Sassuolo? Tutte squadre che hanno messo alle corde la Vecchia Signora, ridimensionandola come una squadra qualsiasi. Ma perchè questa situazione?

Dall'inizio di campionato abbiamo dato il 15% delle colpe ad Allegri che inculca alla sua squadra che è pur priva di punti di forza, di speculare su questa idea di fondo tipica del calcio di Allegri. C'è poi un 10% di colpe da dare allo staff medico composto anche da preparatori atletici e fisioterapisti, in quanto non si capisce come mai la Juve soffra di così tanti infortuni muscolari e altro (Dybala, Chiellini, De Sciglio e altri). Quindi la squadra che è colpevole per il 25%. Infatti,vediamo scendere in campo giocatori che non hanno la necessaria fiducia e al primo intoppo fanno emergere la paura di sbagliare. Manca il centrocampo e manca una punta capace di buttare dentro i palloni, nascondendo in qualche modo le tante negatività di questa Juve. E in tutta questa impalcatura c'è solo un nome colpevole per il 50% e forse più: la dirigenza. Già, proprio quei piani alti che hanno creato questa situazione davvero insostenibile per sbagli fatti ed errori di impostazione finanziaria e tecnica. Troppo si è parlato e si sta parlando male di una Juventus che, anche se fino a prova contraria si deve ancora stabilire l'effettiva colpevolezza per cui è indagata dalla Procura di Torino, c'è da dire che tutto questo crea scompensi e confusione nell'ambito della sede e dei campi della Continassa. Tutto fa e nulla è indenne da colpe di mala gestione. E se dall'alto non c'è serenità, come può la squadra, l'allenatore, i collaboratori non risentirne? C'è poi il nodo da sciogliere del rinnovo del contratto di Dybala. Ebbene, non capiamo se la Juve stia tergiversando ormai da troppo tempo, non essendo sicura di un rinnovo a un campione fragile nei muscoli e non in grado di fare la differenza, oppure se l'ad Maurizio Arrivabene e il dg Federico Cherubini che hanno proposto un rinnovo di 8 milioni l'anno più due di bonus che diventeranno fissi se li centrerà per due anni consecutivi, si siano realmente convinti ad aprirsi alle offerte di mercato per dire addio alla Joya. Dunque, anche in questo la Juve mette in atto poche idee e ben confuse; condizione tipica di chi ha perso la sua famosa fiducia di saper gestire anche le questioni più difficili. E allora ci domandiamo, come può la Juventus essere serena e bella in campo, se dietro le scrivanie vige così tanta incertezza? Vedremo, forse il tempo darà una risposta. Intanto, al quasi imminente giro di boa del campionato la Vecchia Signora fatica a riconoscersi.

Salvino Cavallaro. .