IBRA-RAIOLA: SICURI CHE L`ITALIA CI PERDE?


La nazione è pronta a farsene una ragione dell`addio dello svedese
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19/07/2012 -

Uno dice che l'Italia ci perde senza di lui, e anche tanto: l'altro, come sempre, gli copre le spalle e rincara la dose. Zlatan Ibrahimovic e Mino Raiola, due tipi inseparabili, uniti dal un filo conduttore pregno di quattrini, tra ieri e oggi ne hanno sparate di tutti i colori contro il calcio italiano;

Hanno detto che il nostro calcio ormai ha toccato il fondo, che senza lui (Ibra ndr) e Thiago la Serie A vale sempre di meno, e che non si può nemmeno consigliare ad un calciatore la destinazione Italia perchè «potrebbe anche cambiare procuratore»: eppure forse ci si dimentica che l'eroe dei mille mondi (o delle mille maglie), se ne sta andando a giocare in Francia, un campionatino con due squadrette paragonabile alle nostre amichevoli prepartita del giovedì. Il livello di agonismo non è altissimo e il pericolo di perdere lo scudetto, come poteva accadere in Italia ad Ibra, è molto basso. L'obiettivo principale di conseguenza diventa la Champions, di cui lo svedese non è che proprio abbia la bacheca piena...

Pazienza, perdiamo due fenomeni come Thiago Silva e Ibrahimovic in Italia, ma la nazione cresce bene: gli ultimi Europei hanno confermato che sta crescendo un bel gruppo, abbiamo dei giovani che ne approfitteranno per avere spazi. Non abbiamo bisogno di sceicchi che ci prendano fenomeni pluripagati, preferiamo ragazzini dalle facce pulite, che giocano a calcio per divertirsi e che non se la tirano un mese per arrivare a percepire 14 anzichè 12 milioni d'euro. Il calcio è fantastico, ma certa gente presente all'interno lo rovina. Sentire certe cifre dà i brividi, vedere certi atteggiamenti fa accapponare la pelle: rinunciamo ben volentieri ai mal di pancia di Ibra, alle lacrime di Thiago ( «questa è stata la scelta più difficile della mia vita», peccato che non l'aveva obbligato nessuno), ai paragoni artisici di Raiola (Zlatan come la Gioconda), ai contratti milionari e agli abusi di ricchezza: se c'è qualcun'altro che soffre di queste particolari patologie consigliamo di aprire la porta e andare via...

Noi preferiamo il bel gioco della Juve, le giocate di El Shaarawy, quelle di Coutinho, vogliamo ammirare Zemanlandia, vedere i gol di Destro, «accontentarci» della fantasia di Giovinco, meravigliarci dell'Udinese che come ogni anno acquisterà fenomeni senza essere Pozzo uno sceicco, ammirare stadi pieni come quelli di Torino, Napoli o Catania.

Caro Ibra per noi il calcio è questo, noi italiani ci accontentiamo di emozioni: ops, forse ho usato una parola di cui non sai il significato...

Luca Bonaccorso