SARDEGNA, ANCHE IL CALCIO È CON TE


Riemergere
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24/11/2013 -

Un minuto di raccoglimento su tutti i campi di gioco, ha significato lo stringersi del calcio verso la memoria dei morti della Sardegna, dopo il dramma che l’ha colpita. In tribuna stampa, prima di dare inizio al nostro lavoro, abbiamo avuto momenti di riflessione, pensando che oggi è già difficile reinventarsi dopo aver perso il lavoro, figuriamoci cosa può significare ricominciare dopo aver perso tutto. E’ il dramma del popolo sardo, della meravigliosa terra di Sardegna così falcidiata dall’alluvione “Cleopatra” che l’ha colpita in maniera violenta spazzando via ogni cosa, anche la vita. In questi giorni abbiamo visto e ascoltato innumerevoli messaggi di conforto verso il popolo sardo, notoriamente caparbio e volitivo nel raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati, superando con forza ogni ostacolo della vita. Ma questa volta la botta è stata davvero forte, difficile da superare. Riemergere dal fango dopo avere perso ogni cosa è angosciante, deprimente e, per non cadere nella disperazione, si ha bisogno di tutto e di tutti. Serve calore umano, vicinanza, aiuti materiali ma anche psicologici per non sentirsi abbandonati. In momenti come questi, anche per noi che siamo abituati a scrivere non è facile significare il concetto che ci vuole a fianco di chi soffre, di chi è disperato e di chi rimpiange di non essere morto per non vivere l’angoscia di rialzarsi dopo aver perso ogni cosa. E’ difficile, lo sappiamo, ma la vita vale sempre la pena di viverla e in situazioni come queste abbiamo il dovere filosofico di pensare che chi si è salvato deve ritenersi fortunato, anche se ha perso in un attimo quanto ha creato con i sacrifici di una vita. Ma i sardi devono sapere che siamo accanto a loro, che non li abbandoniamo, e gli “angeli” del fango che sono meravigliosi volontari di grande esempio umanitario, sapranno sicuramente essere fattivi nell’aiuto a ricominciare. Servono soldi, mangiare, indumenti, ma servono soprattutto le mani e le braccia, capaci di affondare nel fango per recuperare piccoli frammenti di ciò che talora resta di più caro. Ma serve anche il cuore, capace com’è di abbracciare un popolo che ha bisogno d’affetto, oggi più che mai. In fondo, loro, sono sempre stati ospitali con noi quando abbiamo passato i mesi estivi nella loro terra così meravigliosamente vacanziera e solare, una terra in cui il colore del mare si confonde sempre con quello del cielo. Ma adesso anche il cielo ha assunto il colore del fango, le facce, le mani e gli sguardi impauriti  delle persone sembrano chiedere aiuto. Noi ci siamo, caro popolo sardo, siamo con voi e per voi e, se non basta scrivere per sensibilizzare, diteci cosa possiamo fare di più; noi lo faremo. Perché voi, il vostro incantevole mare e le radici culturali che fanno della Sardegna una regione unica al mondo, meritano la vita e non la morte.  FORZA SARDEGNA, RIALZIAMOCI INSIEME. IL MONDO DEL CALCIO E’ CON TE!

Salvino Cavallaro


 

Salvino Cavallaro