IL TRIONFO DEL REAL MADRID


Il Real si riconcilia col santiago Bernabeu
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Madrid, 19/09/2012 -

 

La partita più entusiasmante della giornata di ieri è stata sicuramente quella del Bernabeu tra Real e City. Una vittoria, quella del Real, che sa di gloria. Primo perchè l'ha ottenuta col buon gioco e col possesso palla; secondo perchè, finalmente, gli uomini di Mourinho, hanno messo in campo l'anima e gli attributi, cose che sono mancate nelle precedenti uscite di questo inizio di stagione.Ed anche perchè Cristiano Ronaldo, marcando il gol della vittoria, ha entusiasmato il Bernabeu che, ultimamente, non ha espresso sentimenti positivi per il campione lusitano e per tutta la squadra in generale.

Alla fine Josè Mourinho aveva ragione. La squadra non c'era, i giocatori non davano il 100% e la scarsa forma fisica non poteva da sola spiegare un inizio di stagione così deficitario. La vittoria di ieri sera l'ha confermato. Il Real è entrato in campo con l'intenzione di divorare l'avversario, esprimendo un calcio straordinario. È logico, adesso, incensare il Real per come ha giocato contro i campioni d'Inghilterra; non bisogna, però, dimenticare che a cinque minuti dalla fine sembrava un'irrimediabile sconfitta. Del resto la storia la scrive chi vince.

Non bisogna altresì dimenticare che in 7 partite ufficiali il Real ha già subito 10 gol. E pensare che quando arrivò Mou sulla panchina del Real la prima cosa che fece fu ricostruire la difesa tanto da permettere a Casillas di subire una media di meno di un gol a partita. Il City ha reaalizzato due gol: uno in contropiede e l'altro su calcio da fermo, a dimostrazione che vengono commessi troppi errori nella fase difensiva.

Naturalmente, dopo due settimane con un ambiente che sembrava sul punto di issare bandiera bianca così presto, una vittoria dal così alto contenuto adrenalinico ha permesso allle merengues di riguadagnarsi la stima dell'intero pubblico madridista.

Ma, attenzione, il pubblico del Bernabeu ha il palato fino, quindi sta a Mourinho ed all'intero organico non cadere nuovamente nell'apatia.





Antonio Ioppolo