BONUCCI, VERO LEADER DELLA JUVENTUS DI ALLEGRI


E' il vero capitano della squadra di Allegri
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Torino, 21/11/2021 -

A vederlo giocare nella partita contro la Lazio, sembrava proprio che Leo Bonucci portasse sulle spalle la sua Juventus, dando in più occasioni la sensazione di avere raggiunto appieno il ruolo di vero capitano. Un carisma sfoderato con grinta e determinazione, anche quando in occasione dei due rigori concessi dall'arbitro a favore della Juventus, non ha esitato neppure un attimo a prendere il pallone e metterlo sul dischetto per tirare il penalty. Con sicurezza e senza il timore di sbagliare, ma mettendoci faccia e responsabilità nella decisione presa. Ed in entrambe le volte Leo è stato sicuro di far gol e trascinare la squadra verso una vittoria importante, che i tifosi si augurano dia una definitiva svolta ad una stagione che per la Juve è cominciata nel peggiore dei modi. Una doppietta da leader, ma soprattutto qualcosa che ne determina la riappacificazione con Max Allegri. Piccoli grandi screzi risalenti alla prima gestione del mister di Livorno, quando fu mandato in tribuna in una gara di Champions per questioni personali. E dopo essere andato via per un anno a vestire la maglia rossonera del Milan, l'anno dopo tornò dicendo: «Adesso ho capito qual è la mia vera casa». Ma il bello è che quella frase non ha rappresentato una sorta di sviolinata per la società e i tifosi bianconeri, perchè quelle parole con il tempo Leo le ha tradotte sul campo crescendo di partita in partita. Dallo spogliatoio al campo, sempre lì a fare da chioccia ai suoi compagni. Che ci sia Chiellini o no, lui si veste sempre da capitano anche quando la fascia la indossa un altro suo compagno. Evidente è il suo stile, il suo senso di appartenenza, la serietà professionale, il carisma e la leadership che lo contraddistinguono in diverse circostanze. Poi, è chiaro che anche lui sbaglia come tutti i comuni mortali. Ci sta, perchè il suo ruolo in campo è molto delicato, soprattutto quando gli si chiede di lasciare momentaneamente il ruolo di centrale per aiutare il centrocampo. E grazie ai suoi piedi «buoni» (ricordiamo che Bonucci ha cominciato la sua carriera da centrocampista) Leo è spesso autore di assist vincenti per i compagni di squadra. Adesso, con le sue 457 presenze con la Juventus è a meno due presenze da Giampiero Boniperti. Una scalata nella top ten all time che lo vede sulla scia di Chiellini, Del Piero e Buffon oltre che Furino e Scirea, tutti grandi capitani della Juventus che hanno scritto pagine importanti della lunga e gloriosa storia della Vecchia Signora d'Italia. Dunque, è giusto dare merito a Bonucci per quello che ha saputo fare in tutti questi anni alla Juventus, raggiungendo proprio in questo periodo tra Nazionale e Club l'apice di una carriera da imitare, pur con tutti gli errori fatti. Tuttavia, è giusto ricononoscergli la forza interiore di avere sbagliato più volte a livello tecnico e anche comportamentale, ma di avere saputo riconoscere i suoi errori dimostrando sul campo tutto l'impegno a riparare ogni errore fatto. E' il destino dei grandi giocatori e la forza dei veri uomini che sanno rivedersi con i fatti e non a parole. Così come fa oggi con i suoi compagni nello spogliatoio e in campo, là dove, come a Roma contro la Lazio, ha saputo essere l'esempio eclatante di incoraggiamento a spendere fino all'ultimo tutte le proprie energie per la vittoria di squadra. Ed è chiaro che quando nel calcio i compagni di squadra vedono simili atteggiamenti propositivi, ecco che si sentono autorizzati a dare una mano per il bene comune. Questi sono i veri valori sportivi che incarnano il senso di crederci anche quando sembra tutto perduto. E se il c.t. Mancini avesse dato a Leo l'incarico di battere quel fatidico rigore in Nazionale contro la Svizzera, molto probabilmente adesso saremmo stati qualificati per il campionato del mondo in Qatar. Ma questo è un altro discorso, perchè col senno di poi mai nessuno potrà dirci che quella sarebbe stata la scelta giusta.

Salvino Cavallaro