SERIE A, IL LENTO MORIRE DELLA PANCHINA DELL`INTER


Fiducia a termine per Mazzarri
all’Inter. Ma quanto deve ancora durare questo stillicidio dal sapore di un’agonia
senza fine. L’ambiente è depresso, i tifosi che sono ancora ancorati al
triplete di Mourinho, non sopportano più certe dichiarazioni di Mazzarri che,
talvolta, non sa neanche più che cosa dire. La realtà è che la forza dell’Inter
attuale è questa, una squadra che ha grandi limiti dal punto di vista tecnico,
associati all’endemica carenza di una rosa priva di qualità. Il ribaltone è
vicino e molto probabilmente si concretizzerà se non dovessero arrivare buoni
risultati dal prossimo derby e dalla successiva partita contro la Roma. A
pagare sarà Mazzarri ma anche il direttore sportivo Ausilio, che dopo l’addio
di Milito, Zanetti e Cambiasso, non è stato in grado di organizzare una squadra
all’altezza della situazione. Eccezion fatta per Dodò, un giocatore che è l’unico
valore aggiunto di questa squadra. Per il resto, su Appiano Gentile ristagna
una spessa coltre nebbiosa. Vidic, arrivato a parametro zero, ha arrecato più
danni che benefici. M’Vila sempre fuori forma, non ha dato alcun contributo in
campo e Medel che è arrivato come vero e proprio colpo di mercato, ha deluso
ogni aspettativa. Obi, Berni, Mbaye, e Krihn, che sono rientrati dal prestito,
sono stati una vera e propria delusione. Poi c’è Osvaldo. Il giocatore che è
stato richiesto espressamente da Mazzarri, dopo un inizio dalla parvenza
positiva si è infortunato, e non è dunque giudicabile a causa della sua lunga mancanza
dal campo. In tutto questo bailamme di valutazioni che sono state errate dalla
società, non sappiamo in percentuale quanto ci sia di responsabilità della
parte tecnica. Sicuramente le colpe sono da imputare in primis al direttore
sportivo Ausilio, poi alla squadra e ai suoi giocatori che sono davvero
mediocri dal punto di vista tecnico. Mazzarri ha le sue colpe, tuttavia, non
possiamo non ricordare che nel calcio se non hai dei campioni nemmeno il più
grande allenatore al mondo riuscirebbe a portare la sua squadra a primeggiare.
Ma c’è anche un altro problema imputabile alla società nerazzurra, ed è il
cambio societario in corsa. Massimo Moratti ha lasciato la sua azienda calcio
ed è subentrato Erik Thohir, un presidente venuto da lontano, troppo lontano
per conoscere le problematiche del nostro calcio inerenti agli atleti, ma
soprattutto agli uomini che ne fanno parte. In realtà, questo tergiversare del
presidente Thohir che aspetta a licenziare Mazzarri, non è proprio un fatto
positivo per Mazzarri, la squadra e l’ambiente dei tifosi. E’ semplicemente il
timore di sborsare altri quattrini mettendo a libro paga un altro allenatore e
continuare a pagare a vuoto Mazzarri fino alla scadenza del suo contratto. Insomma
la gatta è dura da pelare, ma una cosa è certa; in casa Inter non si può andare
avanti così ancora a lungo. Si presume che il tecnico toscano venga sostituito
sulla panchina nerazzurra con Stefano Vecchi, l’attuale allenatore della Primavera.
Naturalmente sarebbe una decisione dettata dal momento, che ha il sapore di un
qualcosa di momentaneo per arrivare a giugno. Ma i nomi importanti più
ricorrenti, sono quelli di Sinisa Mihajlovic, di Roberto Mancini, ma anche di Walter
Zenga. Vedremo cosa accadrà nel prosieguo di questo campionato nebuloso dell’Inter.
Al momento, all’orizzonte non s’intravvede alcuna schiarita. Evidentemente la
tempesta è ancora in corso e la quiete tarda ad arrivare.
Salvino
Cavallaro