SOFIA-MODENA, ED ECCOCI DI NUOVO A CASA: COSA PORTIAMO NELLA VALIGIA DEI RICORDI


Un campionato che riparte, e tanti punti di riflessione: la nostra avventura nel week-end sui campi verdi continua.
tempo: 42ms
RSS
12/09/2012 -

  Quattro punti in due partite. Pareggio scarno all'esordio contro la Bulgaria e un poco soddisfacente 2-0 contro il Malta a Modena. È vero, si tratta pur sempre di tre punti, ma avremmo voluto vedere una manovra di gioco più organizzata, invece di quella sorta di Tiqui Taca sbiadito che si è spesso rivelato inefficace contro il catenaccio della formazione di Ghedin. Dopotutto avevamo Furetto Insigne, Faina Destro, Volpone Pirlo e perfino Ghepardo Osvaldo. Intendiamoci, non vogliamo certo fare i figli viziati cresciuti a pane e caviale, ma - dopo aver visto gli azzurri qualificarsi all'ultimo respiro contro la Scozia ad Euro 2008 e prenderle sonoramente dalla Slovacchia in Sudafrica  pensavamo di poter finalmente assistere ad una Nazionale che ha trovato il suo equilibrio ottimale, sicura del fatto suo, nonché vice-campione europea, da poter superare il calo fisiologico di settembre. Dopotutto i reduci dell'esperienza polucraina hanno avuto il debito tempo per riposarsi, e i più giovani  Peluso, Destro, Insigne  non hanno dovuto partecipare alle Olimpiadi.

Ma forse questa occasione si presta per proporre ancora una volta di anticipare anche solo di una settimana l'inizio del campionato italiano. Giusto per riprendere dei buoni ritmi agonistici, come avviene in Inghilterra. È vero, a metà agosto il caldo è asfissiante nel nostro mediterraneo stivale. Ma si può benissimo contare sulle gare in notturna, che garantirebbero un seguito maggiore in termini di spettatori allo stadio in tv. Non a caso in Spagna, la cui latitudine è pressoché uguale a quella italiana, siamo già alla terza giornata. Apparentemente una partita in più o in meno sembra una sciocchezza, ma non sembra un'idea ispirata da grande rigor di logica interrompere il campionato dopo appena due giornate facendo perdere il ritmo un po' a tutti, come quando ci si sta cominciando a riscaldarsi correndo, e ci si ferma di colpo. Riprendere sarà più difficile.

Già, non sarà molto facile per nessuna squadra. Le grandi perché dovranno reintegrare in gruppo i vari convocati che ritornano con un ottimo bottino, un misero bottone, o pieni di botte e basta. Le piccole perché dovranno ricominciare, appunto, ad andare al piccolo trotto dopo essersi fermate. Ci lascia questo, la pausa per la Nazionale. Con Juventus e Lazio costrette a due trasferte non semplici  al Marassi e al Bentegodi -, mentre il Napoli in casa contro il Parma dovrebbe andare più sul sicuro. L'Udinese cercherà i primi punti stagionali a Siena, mentre l'Inter affronterà il Torino in una sfida che sa di riscatto per la compagnia stramaccioniana. Vedremo anche sfide molto interessanti e dall'esito incerto, come il derby delle neopromosse Pescara-Sampdoria e un altro match fra due delle squadre più ostiche della Serie A, cioè Fiorentina-Catania. Dopotutto offre molti spunti, questo ritorno alla consueta domenica preferita dal calciofilo, quella vissuta come un'avventura allo stadio, davanti al televisore o con la radiolina all'orecchio per sopperire ad eventuale mancanza di altre fonti di aggiornamento. Si sa, noi sportivi siamo gente dalle mille risorse.

Il ritorno di Buffon potrebbe anche fornire i presupposti per il famoso contratto a vita con la Juve di cui si sta parlando in questi giorni. Anzi, sembra che si stia scatenando una vera e propria febbre per il contratto a tempo indeterminato. Sembra che possa essere la cura perfetta per la tristezza di Ronaldo, ovviamente accompagnata da 15 milioni di euro l'anno di stipendio, altrimenti non ha effetto. Perfino Messi starebbe pensando di legarsi al Barcellona finché ritiro non li separi. Il problema è che questa nuova tendenza spesso non manifesta l'attaccamento ai colori della propria squadra, ma quasi la permanenza forzata in essa a seguito di compromesso. Io amo il Real Madrid, ma solo se tu mi garantisci fior di quattrini per tutta la vita. Probabilmente non è così per Buffon, la cui cifra di rinnovo è sensibilmente più bassa  4 milioni -, e che nella Juventus ci è restato anche quando è stato costretto a giocare contro Frosinone o Triestina in Serie B. Ma comunque c'è bisogno di regole, per evitare un dissanguamento ulteriore delle casse delle società, che pure si divertono in questo masochistico gioco in cui chi si taglia le vene più profondamente vince. Che la Fifa intervenga, per piacere: sarebbe l'ennesima ridicolizzazione del calcio.

Chiusa questa parentesi, guardiamo anche alla serie cadetta, che nel frattempo non si è fermata. Sassuolo e Livorno, le uniche a punteggio pieno, ospiteranno rispettivamente Pro Vercelli ed Empoli che dovranno mettercela tutta per fermare la loro corsa. Il Varese, che pure sarebbe in testa se non fosse per quel punto di penalizzazione, riceverà un Bari che ambisce ai piani alti della classifica nel posticipo del lunedì che chiuderà la quattro giorni di campionato - si comincia venerdì, con Brescia-Padova -. Ammettiamolo. Ci è mancato. È stato un bel viaggio, tra Sofia e Modena, ma l'aria di casa è sempre bella quando si ritorna. Abbiamo messo qualcosa in più nella valigia. Souvenir, sensazioni e fotografie che magari sbiadiranno, ma nel corso degli eventi lasceranno sempre la loro traccia. Magari quando la svuoteremo per un po' non ci ricorderemo di nulla, dopotutto è solo una settimana di Nazionale come tutte le altre. Ma saremo sempre pronti a riempirla e partire. Chissà, forse è proprio questo il lascito migliore della settimana di pausa. Si ricomincia a giocare, con quelle maglie piene di colori e, si spera, stadi festosi come quello di ieri sera. Siamo ansiosi e curiosi. Vorremmo sapere subito il risultato finale, ma sappiamo di non voler rinunciare a novanta minuti vissuti tutti d'un fiato. Vorrà dire che aspetteremo. La Nazionale ha avuto il suo turno, ragazzi. Da Torino a Catania: adesso fateci sognare.

Samuel Boscarello