E FU SCUDETTO. L`INTER SI LAUREA CAMPIONE D`ITALIA 2020 `21


L'analisi di uno scudetto meritato
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Torino, 03/05/2021 -

Per l'Inter è finalmente arrivato il tanto sospirato 19vesimo scudetto. Un traguardo meritato, voluto dopo 11 lunghi anni di attesa e, soprattutto, realizzato con la consapevolezza di avere annullato il gap con la Juventus, interrompendo un'egemonia scudetto durata 9 anni di seguito. Il popolo interista di tutta italia si è riversato in massa sulle piazze, interrompendo drasticamente (questo non si fa) le misure e i vari distanziamenti imposti dalle leggi sanitarie e ministeriali anti covid. Il tutto si è trasformato in un delirio nerazzurro passionale quanto esagerato, come se ci si volesse svuotare di antiche rabbie pregresse. Tuttavia, pur sapendo che in questi casi l'adrenalina portata all'eccesso ha il suo effetto nell'opacizzare la razionalità, biasimiamo tale comportamento per non avere salvaguardato la salute pubblica. Detto questo, passiamo a fare un'analisi dei meriti indiscussi dell'Inter targata Antonio Conte. Vincere uno scudetto è pur sempre un'opera collettiva, tuttavia, in questa precisa situazione dobbiamo rendere omaggio a mister Conte per quanto ha saputo fare in due anni dal suo avvento in casa Inter. Si denota chiaramente la sua mano di allenatore che continua a parlare del raggiungimento di «qualcosa di importante» - dove in questo qualcosa di importante c'è non soltanto la conquista dello scudetto dopo tanti anni di attesa, ma c'è soprattutto il cambiamento mentale di una società di calcio che a parte l'anno del triplete conquistato dalla gestione tecnica di Mourinho, ha avuto sempre problemi organizzativi di ruoli non sempre chiari nello sviluppo delle loro mansioni. Insomma, una sorta di anarchia dove tutto diventava dispersivo e si rifletteva automaticamente sulla squadra. «Pazza Inter», non è un caso il testo del suo inno in cui si evince proprio questo altalenare di situazioni che spesso non ha portato a vincere nulla. Ora, con l'avvento di Marotta e Conte, l'Inter sembra più ordinata nella sua gestione dirigenziale e tecnica. Un ordine aziendale che si riflette benissimo sull'avere vinto uno scudetto che non è casualità, nonostante i problemi finanziari emersi dalla società del presidente Zhang che adesso, sulle ali dell'entusiasmo, parla di diffondere l'obiettivo «Energia Positiva». Ecco, è proprio quella mancanza di energia positiva in casa Inter, di cui parlavamo pocanzi e che Conte e Marotta hanno individuato essere il neo da estirpare della società nerazzurra. E poi ci sono i meriti (non per ultimi) della squadra di Conte. Da Lukaku a Barella, da Lautaro a Eriksen (uno che Conte ha capito in extremis) e poi da Bastoni (talento scoperto da Conte) a Matteo Darmian, da Alexis Sanchez (gestito in maniera intelligente dal punto di vista tecnico - tattico) fino ad arrivare a quel Marcelo Brozovic che secondo noi resta il punto nevralgico dell'impostazione tattica voluta da Conte. E' il metronomo intelligente di centrocampo che si mette in luce per essere sempre presente nella fase di attacco e di interdizione. Certo, il suo carattere a volte indisponente non lo rende sempre simpatico agli allenatori, tuttavia, bisogna dire che Conte ha saputo capirlo e ne ha colto i benefici. L'unico errore di Conte, se così possiamo definirlo, è stato quello di insistere per l'acquisto di Kolarov che ha disilluso le aspettative e poi di Vidal, un giocatore che non poteva risultare insostituibile a centrocampo, così come aveva fatto vedere ai tempi in cui giocava nella Juventus. Ecco, secondo noi questi sono sostanzialmente i meriti racchiusi in questo scudetto numero 19 conquistato dall'Inter. Una squadra che dopo avere fallito la Champions League, non essersi qualificata per l'Europa League e aver stentato in Coppa Italia, ha capito che doveva ingranare la marcia per potere vincere lo scudetto nel girone di ritorno del campionato. E c'è riuscita alla grande. Complimenti all'Inter, alla società e a tutti i suoi tifosi, con la raccomandazione di non fare più pericolosi assembramenti di massa.

Salvino Cavallaro .