E` SEMPRE PIÙ JUVENTUS-ROMA


Alcune riflessioni che nascono su ciò che ci propone il calcio italiano
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Roma, 30/09/2014 -

Le convincenti vittorie della Roma sul Verona e della Juventus a Bergamo contro l’Atalanta di Colantuono, ci lasciano fare alcune considerazioni. In primis, l’indiscussa superiorità tecnica di due squadre che già nello scorso campionato hanno rappresentato l’unica alternativa per la conquista del titolo italiano. Ed è proprio su questo punto che vogliamo riflettere, e cioè su un campionato italiano che appare sempre più limitato nell’interesse.
C’è un notevole livellamento dei valori tecnici verso il basso, che diventa sempre più preoccupante se lo si considera dal punto di vista della mancanza di spunti e argomenti da affrontare, che non siano sempre gli stessi. Noi che scriviamo, rischiamo a volte di risultare monotematici, visto che per ovvie ragioni il nostro focus si rivolge inevitabilmente a chi vince ed è in testa alla classifica. Parliamo continuamente di Juventus e Roma, quasi fossero le uniche squadre iscritte al campionato italiano.
E’ vero che gli unici spunti di interesse calcistico vengono proposti proprio da queste due squadre, tuttavia, è rimarchevole l’appiattimento di un calcio italiano che poi, inevitabilmente, trova difficoltà ad inserirsi in maniera autorevole a livello di club nell’Europa che conta. Le cause? Sono tante, troppe. Il calcio italiano risente delle difficoltà economiche del nostro Paese ma, soprattutto, di una eclatante incapacità da parte dei vertici di Lega che ormai si rivolge al calcio come fatto prettamente politico e mai con reali stimoli a migliorarne la sua organizzazione collettiva.
Dopo la debacle della nostra Nazionale ai recenti campionati mondiali in Brasile, si è scritto di tutto per sollecitare un cambiamento che non solo non c’è stato, ma che non è neanche nell’aria. I continui battibecchi tra Lotito (paladino del neo presidente della F.I.G.C. Carlo Tavecchio) contro Marotta, lasciano intravvedere  una diatriba dai toni troppo alti e, talora, anche offensivi. Una situazione che non solo non fa bene al calcio italiano, ma che è invece capace di rallentarne quel processo di crescita organizzativa tanto invocata dalla totalità degli addetti ai lavori del pallone nostrano.
Non è certamente solo questo il motivo per cui l’interesse del calcio italiano vada scemando, anche se è sicuramente uno dei tanti problemi che si mescolano in un calderone in cui gli interessi di parte superano di gran lunga il miglioramento della collettività. Le società di calcio sono sempre più in difficoltà economica e di organizzazione interna.
E così si trovano spesso a dovere affrontare una crisi profonda che sfocia sul terreno di gioco in maniera evidente. Come dicevamo pocanzi, reggono alla grande soltanto Juve e Roma, capaci come sono, di avere azzeccato da qualche anno il modus di un calcio non improvvisato, ma costruito in maniera oculata anche dal punto di vista economico. E i risultati si vedono sul campo, almeno in Italia. La crisi del Napoli (parzialmente alleggerita dalla vittoria esterna contro il Sassuolo) e della Lazio (che giocherà il posticipo di lunedì a Palermo) si intreccia alla mediocrità generale, dove l'Inter (che perde  4 a 1 in casa contro il Cagliari), il Milan (che pareggia a Cesena), la Fiorentina e il Torino, spesso si trovano in difficoltà contro Udinese, Verona , Sassuolo, Sampdoria, Genoa, Palermo, Empoli, Cesena, (per il Cagliari ci sarebbe da fare un discorso a parte) e il Parma che è alle prese con problemi di vertice interno. Insomma, un campionato che è iniziato come era finito. Senza luci e novità di nessun genere. Un po’ come le prime nebbie d’autunno, in cui la trasparenza si può solo immaginare e mai vedere.

Salvino Cavallaro











Salvino Cavallaro