DISOCCUPAZIONE GIOVANILE, PER L`ITALIA L`INCUBO CONTINUA


Una vita che spesso
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19/11/2013 -

Secondo gli ultimi dati Eurostat, il problema della mancanza di lavoro riguarda 5,6 milioni di giovani sotto i 25 anni in tutta l’Unione Europea, pari a un tasso del 23,5% che sale al 24,1% nell’Eurozona, mentre in Italia è al 40,4% e supera il 50% in Spagna e Grecia. Il piano europeo, approvato la scorsa primavera sotto la pressione di dati sulla disoccupazione che aumentavano di entità di mese in mese, prevede lo stanziamento di 6 miliardi nel 2014 e 2015. Per quanto riguarda l’Italia avrà diritto a poco più di 530 milioni di fondi europei disponibili a partire dal 1° gennaio prossimo, a condizione che il Governo presenti in tempo un piano di attuazione ben preciso. Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, ha fatto sapere che il piano sarà trasmesso a Bruxelles entro la fine del mese. L’Italia con il suo alto tasso di disoccupazione ha diritto ai fondi UE perché alcune delle Regioni hanno una quota di disoccupati sotto i 25 anni che è superiore al 25%. Le Regioni coinvolte sono 18 dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, con le sole eccezioni di Veneto e Trentino Alto Adige. Dati a dir poco allarmanti che mettono a repentaglio il presente e il futuro dei nostri giovani sempre più propensi a fuggire via da questa nostra Italia incapace di dare fiducia e coraggio per mancanza assoluta di prospettive. Una vita che spesso scade nello sconforto di non potercela fare a superare la delusione cocente che fa capo al sentimento di sentirsi inutili. Situazioni difficili che si prospettano ancora lunghe nel tempo e che non lasciano trasparire alcun barlume di miglioramento. Ma chi potrà mai ridare ai nostri giovani il tempo perduto nella speranza di un lavoro che non c’è? Leggiamo di innumerevoli stuoli di ragazzi e ragazze che si presentano a sparuti concorsi per 1 o al massimo 2 posti di lavoro in settori pubblici. Ressa di persone che si accalca nella speranza (quasi sempre vana) di trovare l’appiglio giusto per un lavoro. E giù a studiare, a prepararsi, a passare notti insonne approfittando che il proprio bimbo piccolo dorma per non disturbare e interrompere lo studio affannoso di mamma o papà. Situazioni al limite di una civiltà sociale che non sembra essere più tale, dove vige sempre più la legge della giungla. Una situazione che mortifica l’essere umano, in tutti i suoi aspetti più nobili rappresentati dal senso della vita: il lavoro, i sogni da raggiungere, i progetti futuri, una casa, una famiglia, dei figli. Niente di tutto questo, niente che possa almeno “illudere” il possibile pensiero. E così l’autostima si perde per far posto all’abbandono e al non credere più a nulla. Promesse da marinaio, miglioramenti che non si vedono e situazioni che invogliano a fuggir via dalla terra che ci ha dato i natali e che non è più in grado di alimentare la certezza e neanche la speranza. Ma andare dove? La Germania della cancelliera Angela Merkel, sembra la Nazione più accreditata al richiamo di chi cerca un lavoro ma, pur essendo il Paese che economicamente sta meglio degli altri, potrebbe non fornire le garanzie adatte a chi si affida alla speranza di costruirsi una vita. Difficile dunque essere giovani oggi. Ma è anche drammatico avere 40 o 50 anni e trovarsi inaspettatamente senza nessuna occupazione. Tuttavia, è bene credere in un mondo migliore senza abbandonarsi al pensiero dell’inutilità dell’essere. Noi che siamo giornalisti sportivi e che prevalentemente ci occupiamo di calcio, pensiamo sempre che per un attaccante arrivi prima o poi il pallone da calciare in porta e fare gol. Il gol della speranza, il gol del ricominciare a credere in se stessi e negli altri, il gol del risveglio da un incubo. Basta aspettare il momento giusto. Per questo non è tempo perduto.

Salvino Cavallaro        


Salvino Cavallaro