EPPURE CONTINUIAMO A CHIAMARLI “IMBECILLI”


Una cattiva abitudine, difficile da estirpare.
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Milano Stadio San Siro, 16/11/2016 -


Non è la prima volta e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima. E’ il cattivo e incivile gusto di fischiare l’inno avversario prima delle partite della Nazionale Italiana. Anche ieri sera, prima del match amichevole contro la Germania, allo stadio San Siro si sono uditi i fischi durante l’esecuzione dell’inno tedesco. Ma, per fortuna, Buffon e compagni hanno applaudito e sono stati da esempio alla maggioranza intelligente dello stadio, che si è affiancata agli applausi dei giocatori azzurri. Dura la presa di posizione del presidente dell’Uefa Gianni Infantino, il quale ha stigmatizzato questo comportamento antisportivo e incivile sotto l’aspetto educativo e culturale. Ma che cos’è mai questo modo becero di offendere la Madre Patria altrui? E’ il chiaro segnale di una crescita che non c’è. Ma, per fortuna, si tratta di una minoranza di spettatori che continuiamo a chiamarli “imbecilli” per cercare di scavare in loro il senso di colpa che non hanno e che non li sfiora nemmeno quando si accorgono dell’insegnamento educativo dell’altra parte dello stadio, quello che per fortuna è più intelligente e capisce il netto distinguo tra tifare per la propria squadra e al contempo non offendere l’avversario. Si dirà sempre in maniera stupida e infantile, che è l’avversario ad offendere per prima e dunque si deve rendere pan per focaccia. L’antagonismo sportivo o di altra natura, non può portare a simili comportamenti di stampo razzista e di gretta mentalità. Adesso è ora di crescere, di finirla con certi aberranti comportamenti che di fronte al mondo ci macchiano un’immagine che non è certamente quella espressa da pochi sparuti imbecilli capaci di fischiare l’inno avversario. Se non si vuole applaudire, almeno si stia in rispettoso silenzio. Solo così smetteremo di chiamarvi “imbecilli”. E sarà un successo!

Salvino Cavallaro

             

Salvino Cavallaro