IL PALPABILE DISAGIO AZZURRO DI BALOTELLI


E’ la frase detta da Prandelli dopo la partita che l’Italia
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18/10/2013 -

“Mario ha vissuto giorni di palpabile disagio, dobbiamo stringerci ancora di più intorno a lui”. E’ la frase detta da Prandelli dopo la partita che l’Italia ha pareggiato a fatica contro l’Armenia. E SuperMario calca ancora la mano contro i giornalisti: “Voi parlate male di me e io segno”. Qui c’è davvero qualcosa che non funziona in tutta questa storia assurda di ripicche fanciullesche e di “padri” difensori della causa. Alla fine la colpa ricade sempre su noi giornalisti i quali non facciamo altro che riportare ciò che accade. E’ forse un errore aver scritto che Balotelli ha scontato tre giornate di squalifica per aver detto “Ti ammazzo”all’arbitro Banti? E’ forse ledere sua maestà, se abbiamo scritto che Balo aveva chiesto di lasciare il ritiro e ritornare a casa per un semplice e banale infortunio che faceva dedurre al mondo la sua non voglia di giocare in una Nazionale già qualificata per i Mondiali del 2014? E’ forse una nostra libera deduzione avere scritto che il c.t. Prandelli ha cambiato in corsa il suo codice etico per convocare ugualmente “l’insostituibile calciatore” non avvezzo al rispetto delle regole? Di questo siamo tacciati noi giornalisti colpevoli di parlare troppo, sempre e male di Mario Balotelli? Certo, vorremmo scrivere dell’indubbio campione di calcio quale egli obiettivamente è, della sua abilità e potenza fisica che dimostra in campo, del suo sapere prendere le redini della squadra e fare la differenza, ma anche del suo carisma che emerge sempre nel bene e nel male dei suoi comportamenti. Ma proprio perché lui è il più bravo, dovrebbe dimostrare al mondo le sue capacità di campione vero e maturo. Ma Balo è tutto il contrario, un campione atipico non rispettoso di regole e leggi che si fa da solo. Forse questo non dobbiamo dirlo signor Prandelli? E perché se tutto ciò che è lampante verità dovremmo tacerla? Per quale motivo dovremmo coltivare la non corretta informazione? Perché siamo così antipatici se ci atteniamo scrupolosamente alla nostra deontologia professionale? Non crediamo che non scrivere obiettivamente ciò che fa Balotelli sia il metodo migliore per far crescere un calciatore immaturo che maturo non lo sarà mai, soprattutto con questo errato modo di volerlo sempre assecondare e viziare. Riteniamo che il calcio e soprattutto i giovani, cui creiamo spesso modelli stereotipati che non agevolano la loro maturazione, debbano pretendere qualcosa in più da un ottimo calciatore arrivato per capacità balistiche oltre la media. Tutti noi media e addetti ai lavori, dobbiamo rafforzare l’immagine di uomini che nella consapevolezza di essere più fortunati di altri nel fare un lavoro che amano profondamente e che farebbero anche gratis se potessero, debbano essere rispettosi attraverso un comportamento che deve definirsi esemplare. Questo, per noi, dovrebbe essere il codice etico di un calciatore ricco e famoso che a soli 23 anni ha raggiunto ciò che la maggior parte delle persone non raggiungerà mai, neanche se dovesse vivere più di una sola vita. E’ nell’umiltà e nella consapevolezza del proprio “essere stati fortunati” che si costruisce la maturità di dire almeno “grazie” a se stessi e al mondo che ti dà tanto. Tutto ciò, un eterno e viziato ragazzo non lo capirà mai, qualsiasi sia il suo passato e la fragilità che lo inibisce. Crescere e avere rispetto degli altri è un obbligo! Comunque sia!

Salvino Cavallaro                



 

 





Salvino Cavallaro