JUVE E TORO, TRA PROSPETTIVE DIVERSE E SANE RIVALITÀ


Salvino Cavallaro giornalista iscritto all`Ordine Regionale del Piemonte. Nasce a Milazzo (Me) ma ormai da anni vive e lavora a Torino. Ha collaborato con le redazioni di Sprint & Sport, Piemonte Sportivo, Torino Sera, La Nuova Metropoli, Arte & Dintorni, Stadio Goal. Attualmente, scrive per il Palio dei Quartieri News di Torino e collabora con IlCalcio24. In questi ultimi anni ha scoperto il fascino discreto della letteratura ed ha pubblicato il libro Quello che ho scritto, pensato e pubblicatoe Tra interviste e altroedito da Progetto Immagine. Contatti: salvinocavallaro@libero.it
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Torino, 02/09/2012 -

Deposti gli ombrelloni e ultimati i rituali saluti di questa lunga ed estenuante estate balneare, ci riversiamo finalmente in quel calcio che, pur non avendolo mai messo ai margini dei nostri primari interessi personali di giornalisti sportivi, in qualche misura ne siamo stati distratti. Eppure sono passati soltanto pochi mesi tra la fine dello scorso campionato, gli europei di calcio e le Olimpiadi inglesi, ma ci sono sembrati lunghi davvero. Ciò che non si è mai interrotto è quel filo diretto tra noi e lo sport che si identifica in quelle emozioni che, spesso, si annidano tra le pieghe dell`anima e che sono capaci di conquistarti  ogni volta. Si chiami patos o più semplicemente tensione emotiva, fatto è che ci accorgiamo sempre di più che il pallone e lo sport in genere, sono davvero importanti per noi. E allora persino le frasi banali del dopo gara e la superficialità con la quale si affrontano tematiche profonde del mondo della pelota, ci vengono a mancare, quasi fosse un rito importante dal quale normalmente ci dissociamo e ci indigniamo come se fossimo innamorati offesi. E, forse, inconsciamente sadici, aspettiamo l`occasione per associare disamine calcistiche e filosofie che nascono spontanee quando il nostro pensiero si rifugia inevitabilmente tra le difficoltà del vivere quotidiano e la ricchezza sfrenata di un mondo che non finiremo mai di esortarne il calmierato. Ma il calcio è passione, chiamatela droga lecita e, per noi, è anche lavoro. Detto questo, desideriamo soffermarci su quanto ha fatto in campagna acquisti Andrea Agnelli con il fido Beppe Marotta e Urbano Cairo con il d.s. Petrachi. Come tutti sanno, a Torino, ormai da troppo tempo, non si gioca più il derby cittadino. Sono mancati gli sfottò e quella sfida tra i bianconeri e granata che s`identifica da sempre come il confronto tra gli aristocratici agnelliani che tutto hanno vinto nel mondo, contro i più poveri rappresentanti del popolo granata i quali vantano orgogliosamente una leggenda e una storia che, purtroppo, non sono riusciti più ad onorare nel tempo. Ma, tralasciando ovviamente le cause di queste ripetute debacle granata protratte negli anni, accostiamoci a quello che il piatto juventino e granata ci offrono ad inizio campionato 2012`13.
La Juventus si presenta come Campione d`Italia 2011`12 e, tra gli innumerevoli traguardi da conquistare, c`è quella Champions League che ormai da troppi anni manca dalla già prestigiosa bacheca bianconera. Pur avendo rincorso invano per tutto il mercato estivo quel top player che avrebbe rappresentato la sicurezza in un attacco che fin dall`anno scorso è sembrato carente, il bilancio del mercato condotto da Beppe Marotta risulta, (almeno teoricamente) positivo. Gli acquisti di Isla, Asamoah, Giovinco, Lucio, Pogba, Rubinho e Bendtner sembrano accontentare la squadra di Antonio Conte. Il cileno Isla, 24 anni, esterno destro, in comproprietà con l`Udinese è in fase di recupero da un serio infortunio al ginocchio, ma sulle sue capacità tecniche non ci sono dubbi. Il ghanese Asamoah, 23 anni centrocampista in comproprietà con l`Udinese, sembra l`acquisto più azzeccato della Juve. Forza fisica e dirompenza assoluta nelle involate esterne del ghanese nel sistema tattico juventino, sembrano essere le caratteristiche che danno affidabilità. Ha anche piedi buoni il corpulento calciatore ex udinese, ottima visione di gioco e capacità di tiro in porta. Insomma un`ottima new entry. Giovinco 25 anni, ritorna alla Juve dopo due stagioni al Parma. Di lui conosciamo la tecnica sopraffina e la capacità d`incunearsi in dribbling con successo tra un`infinità di avversari che, spesso, si rifugiano in fallo per poterlo fermare. Resta dubbia la sua collocazione tattica nello scacchiere voluto da Conte. Lucio, il difensore trentaquattrenne brasiliano che ha lasciato l`Inter dopo tre stagioni e sei trofei vinti con il Triplete del 2010, non ci sembra però adatto a una difesa che, secondo il nostro avviso, avrebbe avuto bisogno di un centrale di difesa di maggiore garanzia. Il francese Pogba, 19 anni mediano con fisico eccellente e ottima qualità, era tra i più promettenti calciatori del Manchester United. Ottimo il colpo di Marotta che è stato capace di assicurarselo anche in virtù di un`eventuale prossima sostituzione di Andrea Pirlo che, ovviamente, non è eterno. Il portiere brasiliano Rubinho 30 anni, è in Italia dal 2006. Ha giocato con il Genoa, il Palermo, il Livorno e il Torino. E` collocato come terzo portiere. D`altra parte, non può essere diversamente, visto che davanti a lui ci sono due monumenti come Buffon e Storari. Infine Bendtner, l`attaccante danese di 24 anni ultimo acquisto juventino che dovrebbe, almeno nell`immediato, tamponare quella delusione del mancato acquisto di quel top player vanamente inseguito. Ha giocato sei stagioni in Premier League, 39 le sue reti tra Birmingham, Arsenal e Sunderland. Al momento, per noi, resta un punto interrogativo, anche perché è da vedere come riuscirà ad adattarsi al calcio italiano e, soprattutto, agli schemi voluti da mister Conte. Ottimo in generale il quadro della nuova Juventus, specie a centrocampo. Per noi resta un dubbio. La difesa non ci sembra sufficientemente rinforzata, almeno nelle sostituzioni. A parte Barzagli, Bonucci (non sempre impeccabile), Chiellini e Lichtsteiner, restano Caceres, De Ceglie e Lucio. Basteranno?

Altri obiettivi per il Torino di Urbano Cairo. I tifosi sono moderatamente contenti, anche se i rumors torinisti avvertono gli immancabili mugugni. La piazza, dopo tanti anni di promesse e delusioni, vuole rivedere la squadra all`altezza di una classifica che conta e gli compete, almeno per prestigio storico. 17 sono state le operazioni tra entrate e uscite ultimate dalla dirigenza granata, ma come al solito, sono molti i prestiti di una società che da sempre non naviga nell`oro e che vede, nel nuovo bilancio di calcio mercato, un disavanzo di 12 milioni euro derivanti dalle operazioni di entrata e uscita. Ottimo l`acquisto del portiere Gillet, fortemente voluto da mister Ventura che conosce bene fin dai tempi della sua permanenza a Bari. In difesa, oltre lo sforzo economico sostenuto per aver trattenuto Angelo Ogbonna è arrivato Alessandro Agostini, 33 enne terzino sinistro che ha militato per otto stagioni consecutive nel Cagliari. Poi Caceres (solo omonimo del giocatore della Juve), D`Ambrosio, Darmian, Di Cesare, Glik, Masiello, Migliorini, e Rodriguez completano il reparto difensivo granata. A centrocampo è arrivato in extremis Birsa. L`esterno sloveno preso in prestito dal Genoa che dovrebbe completare, assieme a Brighi, Santana e Cerci, quello scacchiere di centrocampo che, obiettivamente, ha dimostrato fin dall`anno scorso pericolose lacune. In attacco, perso maldestramente alle buste Antenucci, sono arrivati Meggiorini e Sansone. Il presidente Cairo aveva promesso di non vendere Bianchi, e così è stato. Tuttavia, adesso si presenta il problema del rinnovo del suo contratto e, se le parti non dovessero incontrarsi, l`attaccante granata sarà ceduto nel mercato di gennaio. Ricordiamo che Bianchi è il giocatore del Torino che è maggiormente remunerato. Il suo contratto, infatti, prevede un ingaggio di 1.300.000 euro. Troppo esoso per le casse granata. Comunque, staremo a vedere cosa succederà. Una cosa è certa, i sostenitori granata pensano già al derby fin dal giorno in cui il Toro è ritornato in Serie A.  Temeteci, dicono convinti i sanguigni tifosi del Toro. Sarà vero? Comunque, questo è il bello del calcio!

Salvino Cavallaro


Salvino Cavallaro