PARATICI, MAROTTA E IL GIOCO DELLE PARTI


La commedia del pallone e il teatrino mediatico che sa di farsa.
tempo: 23ms
RSS
Milano, 19/02/2019 -


Juventus e Inter, amici mai. A sentire le dichiarazioni che sono rimbalzate tra Paratici e Marotta a proposito di Icardi e Dybala, ci viene da pensare come l’eterno duello tra Juventus e Inter si rinnovi in ogni occasione e generazione, quasi a volere consolidare nel tempo certi scheletri mai chiusi nell’armadio, che sono sempre l’emblema di acerrimi sentimenti di aspro antagonismo e odio sportivo. “Adesso Icardi è un giocatore dell’Inter” - dice Il dirigente bianconero Paratici – “in febbraio abbiamo delle partite molto importanti da preparare. Sono domande che ritorneranno di attualità, o no, soltanto a giugno”. E così l’Ad dell’Inter Beppe Marotta, viste le dichiarazioni di Fabio Paratici, risponde per le rime: “Quella di Paratici è un’affermazione fuori luogo. Se lui dice che vedrà a giugno per Icardi, lo stesso posso dire io per Dybala”. Un teatrino mediatico che si dà in pasto all’opinione pubblica per incrementare il fermento già esistente sulla questione del rinnovo del contratto di Mauro Icardi tramite la moglie - agente Wanda Nara. In tutta questa storia sembra quasi che ci sia un’inversione di tendenza nel gestire certe strategie aziendali che riguardano il calcio. Alla completa riservatezza di idee e possibili avvenimenti di mercato che fino a poco tempo fa si ritenevano destinate a pochi intimi, adesso si tende a dire tutto attraverso i social, quasi fosse un gioco, un affronto da volere fare all’odiato nemico per renderlo ancora più vulnerabile di quanto in effetti sia. Ma la vicenda Paratici – Marotta, a parer nostro assume i contorni farseschi di una commedia del pallone iniziata ad personam tra i vertici della Juventus e Beppe Marotta che, come tutti sanno, è stato volutamente estromesso a ottobre scorso dal Consiglio di Amministrazione della Vecchia Signora. E’ naturale che dopo il passaggio dalla Juventus ad alto dirigente dell’Inter, da parte di Marotta ci sia più di un’occasione per divulgare diatribe mediatiche che si protrarranno ancora per chissà quanto. Ma ciò che si perde di vista a parer nostro, è la responsabilità delle parti nel non mettere in primo piano certe possibili scintille che potrebbero provocare disordini tra le opposte tifoserie, le quali sono già ammantate da antipatie insanabili fin dalla notte dei tempi. E neanche le apparenti forme ipocrite di abbracci e strette di mano televisive tra Nedved e Marotta: “Se è andato all’Inter vuol dire che non è un vero juventino”, possono in qualche modo mitigare un rancore di base che, purtroppo, va a intaccare le due tifoserie. Ecco, secondo noi si dovrebbe fare molta attenzione ai toni di certe dichiarazioni atte più a colpire la persona, piuttosto che le vere e proprie strategie aziendali. Si ritorni a produrre nella riservatezza anche ciò che ormai il calcio non fa più indignare, ovvero il passaggio di un giocatore da una società storicamente nemica all’altra. Sì, perché certe trattative magari non ultimate ma anche solo contattate, possono fomentare ancor più attrito tra le rispettive fazioni di tifosi. Non si tiri troppo la corda. E se ci sono certe ruggini personali da risolvere tra dirigenti, non si approfitti del polverone creato da situazioni di calcio come la vicenda Inter – Wanda Nara – Icardi, per fare emergere idee e contatti che devono restare a far parte di strategie aziendali e basta. Non si fomenti inconsciamente l’eterna antipatia che arde già da sempre tra Juve e Inter. Dirigenti e giocatori passano, mentre le  società di calcio rimangono con la loro eterna storia.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro