SERIE A, PROBLEMI ECONOMICI O MANCANZA DI PROGETTI AMBIZIOSI?


Salvino Cavallaro giornalista iscritto all`Ordine Regionale del Piemonte. Nasce a Milazzo (Me) ma ormai da anni vive e lavora a Torino. Ha collaborato con le redazioni di Sprint & Sport, Piemonte Sportivo, Torino Sera, La Nuova Metropoli, Arte & Dintorni, Stadio Goal. Attualmente, scrive per il Palio dei Quartieri News di Torino e collabora con IlCalcio24. In questi ultimi anni ha scoperto il fascino discreto della letteratura ed ha pubblicato il libro Quello che ho scritto, pensato e pubblicatoe Tra interviste e altroedito da Progetto Immagine
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03/01/2013 -

Dopo l’acquisto di Lucas da parte del PSG, Ancelotti ha dichiarato: “Lucas è un Top Player”. Quelli che l’Italia, adesso, fatica tremendamente a portare a casa, aggiungiamo noi. In questi giorni di apertura del mercato invernale del pallone europeo, ci fa riflettere la differenza tra quello che è stato il miglior campionato d’Europa, cioè il nostro, e quello che è oggi nei confronti degli altri. Una notevole disparità di livello economico ci separa dagli altri paesi europei che, forti degli sfarzosi investimenti dei potenti sceicchi arabi, fanno terra bruciata intorno a loro. Ma la domanda che ci poniamo è se davvero si tratta di una carenza perniciosa di tipo economico finanziaria che investe come un TIR in velocità massima il nostro Paese, oppure, più concretamente, si tratta della mancanza di progetti importanti che possano stuzzicare l’arrivo in Italia dei grandi campioni legati al mondo del pallone contemporaneo. Sembra l’eterno dilemma che avvolge da sempre il pensiero legato all’uovo e alla gallina; chi è nato prima? Ma, a parte queste considerazioni, noi che ci occupiamo di scrivere del pallone italico da anni, constatiamo certe involuzioni progettuali che si sono resi sempre più evidenti col trascorrere degli anni. Ci sono stati anni in cui il calcio italiano era invidiato dalla maggior parte delle potenze europee per gli arrivi di veri fuoriclasse del pallone, che erano in grado di fare la differenza e portarci all’apice di conquiste mondiali a livello di club. L’avvento di Berlusconi nel calcio d’allora, fu decisivo nel contrastare lo strapotere juventino legato principalmente alla casata nobile degli Agnelli, ma anche al non meno importante feudo interista rappresentato da sempre dalla famiglia Moratti. Sono stati anni eccellenti in cui l’esterofilia pallonara in Italia era diventata addirittura maniacale ma, al contempo, redditizia per conquistare scudetti, allori europei e mondiali. E’ anche vero, tuttavia, che il rischio del benessere economico determinato soprattutto dai tre club citati, hanno portato, talora, a errori di valutazione tecnica macroscopica, nel senso che si sono strapagati dei veri e propri bidoni pur di sbandierare orgogliosamente ai media e ai tifosi stessi, l’acquisto di un giocatore importante o “promessa” proveniente dall’estero. Era la cassa di risonanza necessaria per vincere. Ma questo è un altro discorso, anche perché l’errore, era dovuto all’abbondanza e, si sa, nel mucchio e nella voglia di primeggiare e strafare, si era maggiormente esposti all’errore. Oggi non c’è più questa preoccupazione. Il trend degli errori della valutazione tecnica sui calciatori provenienti dall’estero è diminuito notevolmente, non certo per miglior bravura degli addetti ai lavori ma, più semplicemente, per la difficoltà di convincere i calciatori stessi a venire in Italia. Problemi economici, dunque, o improvvisa mancanza di capacità progettuale ambiziosa? Questo è il dilemma!

Salvino Cavallaro

 

 

 


 

Salvino Cavallaro