TORINO RESPIRA LA LETTERATURA DI PIRANDELLO, GRAZIE A LINGUADOC COMMUNICATION.


“Il fu Mattia Pascal” –
“Uno, nessuno e centomila” – “Così è (se vi pare)”. Non sono solo reminiscenze
scolastiche di una letteratura pirandelliana senza tempo, ma è il carezzevole –
romantico piacere di abbandonarsi alle filosofie letterarie di uno scrittore,
poeta e drammaturgo italiano, insignito del Premio Nobel e di tante altre
meritatissime benemerenze. Luigi Pirandello vive ancora oggi in noi attraverso
i suoi testi, nonostante il mondo sia cambiato nell’interpretazione ma non nel
suo significato più profondo che resta pur sempre legato alla genesi dell’uomo,
con le sue negatività ma anche con la sua naturale positività. A Torino, grazie
a Linguadoc Communication, al regista Giulio Graglia e a Sabrina Gonzatto –
figura di spicco per le relazioni, l’intrattenimento e le idee messe in atto,
prosegue il 10° Festival Nazionale Luigi Pirandello. Un successo di pubblico
che dopo dieci anni dalla sua prima programmazione, non ci stupisce più per la
cura, la lunga preparazione e l’attenzione, che un evento culturale di così
grande importanza richiede nei mini particolari. D’altra parte, per il regista
televisivo e teatrale Giulio Graglia nulla è lasciato al caso,
all’improvvisazione. Da sempre legato a Pirandello, non solo per le sue
reminiscenze scolastiche ma anche per i suoi legami di vacanza estiva con
Coazze, un paesino che si pone sulle alture della Val Sangone Piemontese, dove
Luigi Pirandello trascorse con la famiglia un intenso periodo di vacanza
nell’estate del 1901, su invito della sorella Lina e del cognato Calogero De
Castro che vivevano a Torino. Da Girgenti a Coazze attraversando tutta
l’Italia, ma senza perdere mai il “vizietto” di scrivere, di annotare
sensazioni, emozioni, momenti che parlano della gente di quel paesino della Val
Sangone. Per questo creò il “Taccuino di
Coazze”, che resterà indelebile nel tempo per racchiudere alcune novelle nel
romanzo “Suo marito”, “ nella poesia “Cargiore”, e nel titolo dell’opera teatrale
“Ciascuno a suo modo”. Ma nella interessante programmazione del Festival
Pirandello c’è stato anche lo spazio per un dibattito sul rapporto tra sport e
letteratura, quando al Circolo della Stampa di Torino è stato presentato
“Pirandello VS Soriano” che ha visto i giornalisti Luciano Borghesan e Darwin
Pastorin impegnati in un testa a testa, con Sabrina Gonzatto a far da arbitro.
Poi, tutti in campo a giocare una partita tra Pirandelliani e Toro Team Club. E
ancora gli appuntamenti nella splendida location del Circolo dei Lettori.
Pomeriggi culturali che si sono incrociati tra dibattiti medico – scientifici
ed etici, e appuntamenti in cui si è parlato di enogastronomia della cultura
piemontese e internazionale. In fine il teatro in tutto il suo splendore. Al Gobetti,
due spettacoli teatrali che hanno avuto
un grande seguito di pubblico: “Il Fu Mattia Pascal”, un classico di Pirandello
recitato in un monologo dall’attore Giovanni Mongiano e poi “Cecè La Morsa” a
cura dell’Accademia dei Folli. Poi ancora “Sporting”, con la partecipazione di
Mauro Berruto, l’allenatore di pallavolo che è stato ospite fisso della
Domenica Sportiva, ed è grande tifoso del Torino. Adesso, con l’inizio del mese
di Luglio e la sfrenata voglia di stare all’aperto sotto un cielo di stelle, tutti
a Coazze per assistere a “Il ritorno del Premio Nobel a Coazze” in programma
giorno 7. Poi, il 14 Luglio ancora la ripetizione de “Il Fu Mattia Pascal”, in
quella Val Sangone in cui, proprio a Coazze, si erge il campanile della chiesa
su cui è scritto “Ognuno a suo modo”. Emblematica testimonianza Pirandelliana.
Salvino
Cavallaro