L`INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL`ESSERE. STORIE DI NON PATTEGGIAMENTI


Salvino Cavallaro giornalista iscritto all`Ordine Regionale del Piemonte. Nasce a Milazzo (Me) ma ormai da anni vive e lavora a Torino. Ha collaborato con le redazioni di Sprint & Sport, Piemonte Sportivo, Torino Sera, La Nuova Metropoli, Arte & Dintorni, Stadio Goal. Attualmente, scrive per il Palio dei Quartieri News di Torino e collabora con IlCalcio24. In questi ultimi anni ha scoperto il fascino discreto della letteratura ed ha pubblicato il libro Quello che ho scritto, pensato e pubblicatoe Tra interviste e altroedito da Progetto Immagine. Contatti: salvinocavallaro@libero.it
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03/08/2012 -

Con troppa leggerezza si è affrontata la gravità dei fatti accaduti nel calcio avvelenato. E con troppa faciloneria si è sottovalutata l`importanza e la possibilità di diritto dei giudici di respingere le ipotesi di patteggiamento che sembravano ormai scontate. A proposito dell`imputazione ad Antonio Conte, cui non è stato accordato il patteggiamento suggerito dai suoi legali per una squalifica di tre mesi e duecento mila euro di multa, tuona un durissimo comunicato emesso dalla Juventus: Un atto gravissimo nei confronti dell`onorabilità di tutti i soggetti coinvolti, professionisti, manager, tesserati e società; qualunque sia l`esito di questa vicenda.

Scusate, ma dov`è il rispetto e l`onorabilità dei giudici? E` mai possibile che la colpa sia sempre e comunque della giustizia, capace di essere persecutoria contro la Juve e gli altri grandi club a prescindere? Nella caterva di società e tesserati coinvolti negli accordi malsani del calcio scommesse, non abbiamo sentito mai nessuno recitare onestamente il mea culpa. Tutti innocenti, tutti al di sopra di ogni sospetto, anzi offesi e umiliati della propria onorabilità lesa nell`immagine pubblica. Già, i pentiti avrebbero vomitato semplicemente delle fandonie per coinvolgere gratuitamente nomi eccellenti allo scopo di far pagare loro i torti subiti in carriera? Non regge. Troppo minimalista la spiegazione! Peccato che l`onorabilitàdi cui si fa largo uso e abuso nei comunicati, sia confusa con la mancanza di correttezza da parte degli stessi tesserati importanti. Sembra quasi che il privilegio di fare parte di società importanti, rappresenti la garanzia a essere tutelati contro tutti e tutto a prescindere. Ma chi ha mai risposto con sincerità ammettendo pubblicamente le proprie colpe? Nessuno! Semmai si è cercato di aggirare i cavilli burocratici del diritto mettendo in campo l`arroganza. Mai il buonsenso di chi chiede scusa apertamente per essersi fatto trovare ingenuamente con le mani sulla marmellata.

E così difese e accuse si scontrano nell`enfasi di una battaglia giuridica che va a escogitare cavilli impossibili per passarla liscia furbescamente e per dire al mondo: Avete visto? Vi siete sbagliati! Noi non centriamo nulla. No, così non va proprio cari signori presidenti di società di calcio. Se siete i responsabili di Juventus, Inter, Milan o qualunque altra squadra rappresentativa dell`italico pallone, non sentitevi perseguitati a prescindere perché l`unica tutela è ammettere la verità, sia essa scomoda, vergognosa ma vera; ne va di mezzo la vostra credibilità. Giusto difendere il proprio tesserato quando è oggettivamente innocente. Sbagliato, anzi, controproducente, è farlo quando invece il soggetto è indifendibile. Facendo così si ha modo di fare un buon servizio pubblico e, al contempo, si migliora un sistema calcio che è ormai al collasso e che nulla più ha a che fare con il gioco del pallone. La colpa non è sempre degli altri, qualche volta è anche nostra. Basta ammetterlo per rispetto della verità! Evitiamo il caos apportatore di menzogne che non ci fa capire più nulla. Solo così possiamo fare ordine nel dire: questo è colpevole e l`altro è innocente.

Salvino Cavallaro

 

Salvino Cavallaro