IL 31 DICEMBRE E LA SPERANZA NELL`ANNO CHE VERRÀ


E poi
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30/12/2013 -

Happy New Year. Tempo di auguri, di buoni propositi, di speranze di un futuro migliore. C’era una volta, primo in classifica, l’augurio di buona salute e poi quello di tanta fortuna, la speranza dell’amore eterno, della felicità, o per meglio dire, il desiderio di serenità. C’è oggi, prima in classifica, sempre la speranza della buona salute e… poi? Tante, tante altre cose interminabili che partono dal cuore di chi non ha più un lavoro e di chi era abituato a una vita agiata, mentre oggi gli restano soltanto i ritagli di ciò che è necessario, accontentandosi di poco o niente per vivere in maniera dignitosa. Come cambiano le cose e come diventa sempre più difficile vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Certo, vedere la vita da un’ottica diversa fa parte del carattere di una persona, dall’umore dettato dal momento e dall’eterna visione della vita che può essere pessimista (realista?) o ottimista (superficiale?), forse. E poi ci sono dei dati di fatto inconfutabili che vanno al di là di ciò che determinano certe  filosofie di vita personale. Ma la notte del 31 dicembre di ogni anno è doveroso mettere da parte le tristezze vissute nell’anno che sta per finire, pensando giustamente alla speranza di un anno migliore, più propositivo. E allora ci baciamo sotto il vischio messo accuratamente penzolante nell’uscio di casa, mangiamo le beneauguranti lenticchie apportatrici di buona fortuna e denaro, brindiamo con i calici più belli che possediamo e beviamo fiumi di bollicine che ci aiutano a dimenticare e guardare avanti con fiducia. Già, la fiducia che Lampedusa non sia più lasciata sola e non si assista più a sbarchi mortali di naufraghi eritrei, che la politica italiana diventi più operativa nel migliorare un Paese che chiede lavoro, meno tasse, migliore andamento della sanità, salvaguardia dei diritti e della dignità dell’uomo e anche un tentativo di fatti concreti e non promesse demagogiche spesso sbandierate da furfanti vestiti da persone perbene. In fondo, la gente vuole ciò che è il diritto insindacabile del rispetto della dignità dell’uomo e del suo vivere quotidiano. Vuole il lavoro, desidera poter costruire una famiglia, avere una casa e ripartire in un mondo in cui l’economia riprenda a pulsare in maniera concreta: questo chiede la gente. Ma in questa sera del 31 dicembre non pensiamoci, accarezziamo l’idea che tutto per magia si avveri, abbandoniamoci ai canti, alle feste, ai brindisi, ai botti di fine anno che esorcizzano la speranza che tutto migliori. Scambiamoci gli auguri sinceri che partano ed arrivano direttamente al cuore, stingiamoci insieme all’unisono pensando ai nostri desideri, ai nostri sogni a lungo cullati che potranno realizzarsi. E poi che importa, stiamo in allegria, fuggiamo dai pensieri che rattristano il cuore. Papa Francesco ci ha esortato a non farci rubare la speranza e noi, tra un brindisi e l’altro, proviamo a seguire questo suo consiglio. Buon Anno, cari amici. Buon 2014 a chi sorride e sta bene, ma anche a chi soffre e si sente solo. In questa magica sera dell’anno abbracciamoci, vedrete che prima o poi tante cose cambieranno in meglio.

Salvino Cavallaro


Salvino Cavallaro