A MAIOR VERGONHA DA HISTORIA


Lo
shock di una Selecao irriconoscibile
Che i tedeschi sono più squadra
compatta rispetto alla Selecao, l’avevamo detto alla vigilia di Brasile –
Germania, ma non potevamo certamente prevedere una debacle di questa portata.
L’1 a 7 con il quale la Germania ha sconfitto il Brasile è un fatto storico che
si inserisce nell’imprevedibilità del calcio, ma che non si discosta dalla
logica che nulla è frutto del caso. Una lezione di calcio inteso come qualcosa
di pragmatico che non lascia spazio a inventiva e funambolici preziosismi, atti
solo allo spettacolo e ai palati fini, ma che spesso non si tramuta in risultati
positivi. La storica fantasia della Selecao verdeoro, ci ha abituato negli anni
ad ammirare una squadra compatta, bella da vedersi, imbottita di grandi
campioni che nascondevano la palla, ma, soprattutto, coesa nell’interpretazione
di schemi che in pochi passaggi portavano dritto verso la porta avversaria. Il
Brasile visto in questi campionati del mondo 2014, ha messo in evidenza grandi
lacune di gioco di squadra, pur contando su alcuni indiscutibili campioni come Thiago Silva, Neymar, David Luiz che,
tuttavia, pur rappresentando la differenza tecnica, non sono riusciti ad
assorbire la mediocrità della quale è composta la formazione carioca. Già nella
partita contro il Cile, vinta dai verdeoro ai calci di rigore, avevamo notato
la difficoltà di questa squadra a creare un gioco d’assieme capace di
impensierire l’avversario in maniera concreta. E’ un dato di fatto che è subito
stato evidente a chi è addetto ai lavori. La Germania, invece, fin dall’inizio
ha dato subito un’impronta ben precisa di squadra organizzata, magari non bella
da vedersi, ma sicuramente concreta nel raggiungere il risultato prefissato.
Pochi fronzoli e tanta praticità, proprio com’è nella storia e nella cultura di
questo popolo che è sempre votato al raggiungimento degli obiettivi, lasciando
stare qualsiasi inutile tentazione estetica. “E’ una caratteristica propria del nostro spirito, immaginare disordine e oscurità là dove non
sappiamo nulla di certo” lo scriveva un certo Goethe ne: “ I dolori del
giovane Verther”. Già, disordine e oscurità che la Germania ha creato al
Brasile in una semifinale che alla vigilia non dava alcuna certezza. Certo i
brasiliani mancavano di due cardini essenziali nell’economia del loro gioco, Thiago Silva che era squalificato e Neymar infortunato. Tuttavia, siamo
sicuri che anche con loro in campo, il Brasile avrebbe certamente attenuato il
punteggio così umiliante, ma non avrebbe potuto evitare la sconfitta. Troppo
sicura la Germania che gioca un calcio ormai a memoria, fatto da atleti che si
conoscono da anni. Una vittoria meritata che parte da lontano, frutto di
programmazione seria, meticolosa e di eccellenze calcistiche del Paese che non
lasciano spazio a pensieri d’improvvisazione che nel mondo del calcio non
portano mai da nessuna parte. E’ un’organizzazione creata dai centri tecnici
federali, in un’attività sportiva organizzata con l’ausilio delle scuole e,
soprattutto, si fonda sulla capacità delle squadre di club di promuovere i
giovani. Adesso, l’unico problema per i teutonici è di restare con i piedi per
terra, perché la finale sarà davvero un’altra storia.
Salvino
Cavallaro