PARALIMPIADI E ORGOGLIO ITALIA


Un grande insegnamento di cultura sportiva e umano senso dell'essere.
tempo: 33ms
RSS
Tokyo, 06/09/2021 -

Cerimonia di chiusura dei giochi Paralimpici di Tokyo. L'Italia conclude la Paralimpiade più vincente di sempre con il nono posto nel medagliere generale con 69 medaglie complessive: 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi. Dietro tutte queste vittorie ci sono delle storie di vita che fungono da esempio a tutti noi che dello sport siamo i produttori di notizie, di pathos e di emozioni che spesso ci coinvolgono in maniera superficiale e quasi mai attraverso la capacità di entrare dentro l'anima di ognuno di questi fantastici atleti. Sì, perchè dietro ogni atleta paralimpico c'è la grande voglia di essere visto come vero praticante di sport che non ha bisogno di inutili pietismi ma di una cultura consapevole di ammodernamento mentale che scaturisca nei meriti che nulla hanno di meno degli atleti nornodotati. Sono esempi di vita, sono emblemi di forza fisica e mentale che ti inducono ad imitarne l'orgoglio e la voglia di non lasciarsi mai andare alla deriva dell'abbandono, dello scoraggiamento, nonostante la vita abbia riservato loro momenti di storia personale che avrebbero consigliato un appartarsi dietro le quinte della quotidianità. E invece no, perchè non c'è nulla di più forte di volersi rivalere sulla sfortuna o comunque qualcosa che ne abbia cambiato bruscamente il percorso di vita. Come Ambra Sabatini, 19enne originaria di Livorno e residente a Porto Empedocle (Grosseto) che in 14«11 ha stabilito anche il nuovo record del mondo, o come Martina Caironi di 31 anni originaria di Alzano Lombardo (Bergamo) che ha conquistato la medaglia d'argento e come Monica Graziana Contraffatto 40enne originaria di Gela (Caltanissetta) che ha conquistato la medaglia di Bronzo. Così potremmo continuare per tutti gli altri atleti paralimpici italiani e del mondo, che in comune hanno il fertile sentire della grande voglia di superarsi e dimostrare a se stessi che tutto si può, che nulla è vietato a chi è in grado di far sopperire quel qualcosa che manca con la forza mentale e caratteriale spesso riscontrabile in chi si vede diversamente abile. Ed è proprio questo esempio di forza caratteriale che talora ci fa pensare come noi che madre natura ci ha reso più fortunati, non abbiamo. Questi fantastici atleti, infatti, ci insegnano che tutto parte dal nostro cervello, dalla voglia di crederci, di tentare, di allenarsi, di fare sacrifici per raggiungere un obiettivo che va oltre la mera medaglia trionfale conquistata con merito. E dietro quelle lacrime di gioia al traguardo di ogni disciplina sportiva, c'è sempre il pensiero di essere arrivati là dove non si sarebbe mai pensato. E' l'insegnamento degli atleti paralimpici, è la voglia di dimostrare a tutti noi che anche quando sembra che la vita si è dimostrata ingrata con te, c'è sempre il momento della rivincita, di quella riscossa fatta con la metafora del coltello in mezzo ai denti. E' bello tutto ciò, ed è motivo di sprone per tutti noi che troppo spesso dimentichiamo la fortuna di essere come siamo. Grazie cari amici atleti paralimpici di tutto il mondo. Grazie di averci fatto riflettere che certe motivazioni sono dentro di noi e che sta solo a noi stessi saperle tirare fuori senza inutili ed evanescenti piagnistei.

Salvino Cavallaro