QUANDO I «LEGAMENTI« DEI SENTIMENTI SI INTERSECANO A QUELLI DEL CROCIATO


Per Federico Chiesa stagione finita. Rottura del crociato per l'attaccante della Juve.
tempo: 42ms
RSS
Roma, 11/01/2022 -

Ci sono momenti nel mondo del pallone praticato da giocatori professionisti e dilettanti che spesso ci fanno riflettere sull'importanza dei sentimenti, al di là della simpatia o l'antipatia per i colori di questa o quella squadra di appartenenza. Sì, perché certi accadimenti che coinvolgono i protagonisti che si sfidano su un rettangolo verde per superarsi, sono a volte pieni di sentimenti in apprezzabili momenti di solidarietà. E così si vivono attimi in cui anche il pianto e il dolore per un grave infortunio causato dallo scontro con un avversario, diventi come qualcosa che si compenetra in ciascuno, siano essi compagni, avversari o tifosi. L'infortunio occorso a Federico Chiesa durante la partita di domenica scorsa disputata dalla Juventus allo stadio Olimpico contro la Roma, ha suscitato molti motivi di dispiacere soprattutto per la sua gravità. Chiesa, infatti, dopo uno scontro con un avversario si è procurato la rottura del legamento crociato anteriore e la conseguente necessità di essere operato. Ci vorranno almeno sei mesi affinchè Chiesa non riprenda l'attività e questo significa per lui che l'attuale stagione sia finita anzitempo, senza contare che non potrà neanche far parte delle partite che la Nazionale giocherà a marzo per aggiudicarsi la partecipazione ai campionati mondiali che si svolgeranno il prossimo dicembre in Qatar. Oltre il dolore fisico, c'è anche la delusione per un qualcosa che legittimamente ogni calciatore aspira. Già domenica pomeriggio subito dopo avere subito il grave infortunio, Chiesa aveva manifestato un pianto di dolore e rabbia che le telecamere hanno forse impietosamente messo in evidenza. Capiamo davvero la curiosità delle immagini trasmesse in diretta, anche se certi momenti di disperazione sarebbe opportuno lasciarli al proprio intimo. In ogni caso, quelle lacrime hanno colpito la sensibilità di molti spettatori juventini e romanisti, i quali hanno manifestato la loro vicinanza a Federico Chiesa attraverso gli applausi. Segno che l'umano sentire è più forte di ogni gol fatto o subito, che è più penetrante di ogni sano sfottò o tifo di parte. In fondo il calcio è anche questo, nonostante tutto e tutti. Vincere è ciò che conta, ma non dimenticare che in campo ci sono pur sempre delle persone a contendersi il pallone, è un dato di fatto da ricordare in ogni circostanza. Dunque, auguriamo a Federico di ritornare più forte di prima. La vicinanza del mondo del calcio deve essere per lui la forza per affrontare questa spiacevole situazione.

Salvino Cavallaro.