CONTE È IL NUOVO C.T. DELLA NAZIONALE, MA IL SUO CONTRATTO È INACCETTABILE


Se tecnicamente la scelta di Antonio Conte come nuovo C.T. della
Nazionale Italiana appare la migliore che potesse fare la FIGC del nuovo corso
targato Carlo Tavecchio, dal punto di
vista contrattuale ci lascia alquanto perplessi. L’accordo, che prevede un
contratto biennale di 1,6 milioni di euro a stagione pagato dalla Figc, è
rimpinguato dallo sponsor Puma per altri due milioni netti a stagione,
raggiungendo un totale di 3,6 milioni di euro. Questo vuol dire che se dovesse
raggiungere gli obiettivi di entrare a far parte dei prossimi campionati
Europei, migliorando di almeno cinque posti il Ranking Fifa, i premi elargiti
farebbero lievitare ancora di più le entrate di Conte che percepirebbe qualcosa
come cinque milioni di euro. Inaccettabile! Davvero inaccettabile. Ma lo
sarebbe, anche se le condizioni economiche di questa nostra Italia fosse
migliore di quanto non lo sia realmente. Figuriamoci di questi tempi in cui
avanza spietata la povertà, non c’é lavoro e futuro per i nostri giovani,
mentre ci si limita a centellinare le spese inutili. Una Spending Review che
non appartiene al mondo del calcio, il quale sembra vivere da sempre sopra ogni
cosa. E poi, chi pagherà effettivamente i due milioni messi a disposizione
dello sponsor Puma? Naturalmente i consumatori, cioè tutti noi che facciamo
fatica a vivere in maniera dignitosa. Indignarsi non è più neanche il caso, ma
tutto ha un limite! Intanto la Federcalcio ha reso noto che la conferenza
stampa del nuovo commissario tecnico della Nazionale Italiana, Antonio Conte, è
prevista per martedì 19 agosto alle 11,30 presso l’Hotel Parco dei Principi a
Roma. Il nuovo c.t. ha condiviso con il presidente Tavecchio il progetto di
rilancio della Nazionale Italiana e della formazione dei giovani calciatori
azzurri attraverso i centri federali, con un forte impegno di Conte nell’ambito
del Settore Tecnico anche come coordinatore delle squadre giovanili. Una
posizione, questa, già ricoperta e lasciata vacante da Arrigo Sacchi. Per fare
tutto questo, Conte porterebbe con sé i suoi fidi Alessio e Carrera, mentre lo
staff medico si avvarrà ancora del professor Castellacci. Antonio Conte succede
dunque a Prandelli sulla panchina azzurra ed è il primo selezionatore
meridionale della storia a essere insignito come C.T. della Figc. Conte,
nonostante alcuni tentennamenti iniziali, si dice felice del nuovo incarico e
percepisce di far bene proprio per trovare un ambiente deluso, che ha fame di
vittorie. Un po’ simile a quanto era successo tre anni fa, quando arrivò alla
Juventus dopo un malinconico settimo posto. Il tecnico salentino ha le qualità
per far bene, perché la sua maniacale voglia di lavorare in un certo modo ha
sempre bisogno di essere stimolato da un ambiente depresso che ha l’esigenza di
risorgere. L’unico problema potrebbe essere dato dal ruolo che non è più quello
di allenatore di una squadra di club che ha disposizione la squadra tutta la
settimana. Il ruolo del C.T. è di selezionare i giocatori ritenuti più validi,
senza la possibilità di averli a propria disposizione per lunghi periodi.
Questo, per Conte, è il primo grosso punto interrogativo da risolvere. E’ una
sorta di ennesima sfida con se stesso, prima ancora che con gli altri. D’altra
parte al tecnico pugliese non piacciono le cose facili. Ha bisogno di stimoli
per stimolare, per indurre a vincere e far capire che la storia si scrive
soltanto arrivando prima degli altri, perché essere secondi, non conta proprio
nulla. E’ una filosofia vincente che Conte porterà certamente anche in
Nazionale. E chissà se il primo giorno di raduno, dirà ai suoi giocatori ciò
che disse quando scatenò le coscienze juventine di allora. Quel: “Settimo posto da far schifo, per una
Juventus”, potrebbe essere il trampolino di lancio per una Nazionale
Italiana deludente che agli ultimi Campionati Mondiali del Brasile è ritornata
a casa con le pive nel sacco? Bah, vedremo cosa accadrà. Al momento non
possiamo fare altro che attendere e significare tutto il nostro disappunto
soltanto per quanto riguarda la parte contrattuale. Non certo per la scelta di
un C.T. che a parer nostro rappresenta davvero il meglio nel considerare la
logica del “ripartire”.
Salvino
Cavallaro