IBRAHIMOVIC VUOL TORNARE ALLA JUVE? MAH!


Il campione svedese sognerebbe di ritornare alla Juve. Un recondito pensiero svelato dal tecnico Hansson
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Parigi, 07/08/2014 -


Storie di calciatori e di tradimenti, di legittime ambizioni e di imperdonabili mancate promesse di amore eterno. La notizia che Zlatan Ibrahimovic sarebbe disposto a ritornare nel campionato 2015 alla Juve, ha fatto scalpore tra i tifosi che lo chiamavano “traditore” per aver lasciato la Juve quando è stata retrocessa in Serie B, per andare proprio all’Inter. Ora i tifosi bianconeri pur non avendo dimenticato, sarebbero disposti all’unisono ad accoglierlo a braccia aperte e con grande rinnovato entusiasmo. Com’è strano questo mondo del pallone che ti proclama mito dal tallone d’Achille, che suscita emozioni senza fine e al contempo è capace di conoscere odio e antipatia. Sentimenti contrastanti che si attorcigliano, che s’intersecano tra di loro e che ti fanno pensare che nel calcio, tutto è il contrario di tutto. Intendiamoci, al momento la notizia data dall’allenatore Stefan Hansson (ex tecnico di Ibrahimovic) di questo segreto sogno dell’attaccante svedese è assolutamente remota, tuttavia, ci fa pensare come basti poco ad accendere l’entusiasmo dei tifosi. Un rapporto di odio – amore, che si manifesta sottile come un filo talmente esile da spezzarsi al primo soffio di vento, per poi ricomporsi con la stessa facilità di una magia. A quanto pare Ibrahimovic non ne fa una questione di soldi, ma vuole scegliere in base ai suoi gusti. Una cosa davvero strana per un soggetto che lungo l’arco della sua carriera ha dimostrato di essere mercenario e di andare là dove c’era maggiore convenienza economica. Altro che sentimenti e attaccamento alla maglia, alla società e ai tifosi; questi sono discorsi anacronistici che il pallone non dà più modo di scrivere neanche più attraverso i fumetti. Ibra è l’emblema del calcio moderno che conosce in maniera spietata soltanto il dio denaro e che si nasconde ancora tra “sentimenti” che oggi si chiamano minus e plus valenze, attribuibili soltanto ai bilanci delle aziende calcio. Il resto è frutto dell’immaginazione che appartiene di diritto ai tifosi, al loro cuore, ai loro sogni, al loro creare il mito che lotta in campo per far vincere la propria squadra del cuore, alla loro irrazionalità che ha la prevalenza sulla logica di un pallone che ha la faccia di Euro, di Sterline o di Dollari. Adesso si accenna a un ritorno al cuore, ai sentimenti, non da parte dei tifosi ma di un campione che preferirebbe la Juventus come squadra ideale in cui a suo tempo si è trovato bene. Una sorta di rievocazione di un ottimo ricordo personale che, se fosse vero, farebbe davvero pensare a un qualcosa d’incredibile. Per carità, non lasciamoci assalire dall’incredulità attraverso pensieri diffidenti e maligni, tuttavia, sapendo ciò che oggi è il mondo del calcio, ci sembrerebbe davvero incredibile riscrivere una storia che sa più da libro cuore, piuttosto che di affari economici appartenenti alla ricchezza del pallone.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro