NAZIONALE, CONTE:«ABBIAMO TOCCATO IL FONDO....» MA DI CHI È LA COLPA?


Una frase che ormai è di uso comune in questa
nostra Italia: “Abbiamo toccato il fondo”. Si dice in politica, in economia,
nella sanità, nel fisco, tra la gente che stenta a curare le relazioni e i
rapporti umani, ma si dice anche nello sport e nel calcio in particolare. Già,
abbiamo toccato il fondo, ma poi c’è la speranza di risalire, anche perché oltre
il fondo non c’è più nulla. In questi giorni in cui è stato fissato l’incontro
tra Federazione Gioco Calcio e Club, per addivenire a un accordo di
collaborazione tra le società di calcio e la Nazionale, sono risultate più
polemiche che promesse di interagire per il bene di tutti. Antonio Conte appoggiato
in maniera incondizionata dal presidente Tavecchio, si è espresso a chiari
lettere: “E’ un periodo molto critico ma dico che non è finita, anche se spesso
si parla a vanvera e pochi fanno i fatti. I successi si costruiscono insieme”.
E fin qui nulla da eccepire, se non fosse che all’appello mancavano, Mancini,
Garcia, Benitez e Sarri. Antonio Conte, dopo aver ribadito che non è sua
intenzione di dimettersi da C.T. della Nazionale Italiana, si augura che questo
appuntamento con gli allenatori venga istituzionalizzato e si svolga almeno una
volta l’anno. Con i tecnici si è raggiunto un accordo, in base al quale dal 9
all’11 febbraio 2015 si farà uno stage. Ma l’ultima decisione spetta alle società
di calcio che, a tutt’oggi, non si sono ancora espresse in merito. Nella
filosofia di questi incontri ci sono due facce della medaglia. Se è vero che è
importante parlarsi, guardarsi negli occhi per il bene della Nazionale, è
altresì vero che nell’italico pensiero delle società di calcio del nostro Paese,
c’è sempre stata una forma di mal collaborazione con la Nazionale. E’ legittimo
quello che dice Conte, ma quando era dall’altra parte della barricata ha sempre
pensato agli interessi della sua Juventus, ai suoi impegni, agli allenamenti,
al lavoro continuativo che mal si conciliava con gli impegni della Nazionale.
Un po’ come dire che dall’egoismo si è passati a pretendere l’altruismo degli
altri. Capire i problemi della Nazionale da parte delle società di calcio non
sarà facile. Non sarà facile per i soliti problemi legati agli interessi economici
privati che sono alti e che sono uniti a far fronte ai vari impegni connessi al
campionato, ma anche alle varie Coppe Europee e Nazionali. E’ giusto a livello
teorico collaborare per il bene della Nazionale di Conte, ma la difficoltà è
data dagli interessi legati ai contratti con gli sponsor e le televisioni. Il
calcio è cambiato, questo Conte lo sa. Si gioca quasi tutti i giorni e a tutte
le ore. A pranzo, a merenda e a cena. Il sistema è questo. Giusto o sbagliato
che sia, va certamente a cozzare con l’idea romantica dell’unirsi, dello stringersi
insieme per un bene comune: la Nazionale Italiana che è di tutti e che non
conosce tifo di parte. L’idea di sentirsi nazionalisti e figli di un’unica
bandiera è rispettabilissima, vera, romantica. Il pallone che unisce è bello,
ma come si potrà ovviare ai problemi legati agli altisonanti interessi
economici? E se abbiamo toccato il fondo, di chi è la colpa?
Salvino
Cavallaro