PAPA FRANCESCO, ROCKSTAR VESTITA DI BIANCO.


Un bellissimo giorno da ricordare....
tempo: 44ms
RSS
Vaticano Sala Nervi, 24/05/2019 -


Il calcio, inteso come strumento straordinario di relazioni e integrazione sociale, è stato al centro dell’attenzione nella Sala Nervi in Vaticano, in un incontro organizzato dalla Gazzetta dello Sport. Davanti a seimila ragazzi entusiasti, Papa Francesco è sembrato tornare bambino. “Giocare è bello, il calcio è davvero il gioco più bello del mondo” dice Francesco, il quale dà persino un calcio al pallone riscuotendo una ola di entusiasmo. E’ il calcio che amiamo, quello fatto di cose semplici, perché la palla che rotola è il primo divertimento di ogni bimbo, un qualcosa da rincorrere. E’ la metafora della vita che t’insegna a rincorrere sempre gli obiettivi da raggiungere per farli tuoi. “La vostra ola è come se avessi fatto un gol. Mi fa tornare in mente San Giovanni Bosco: lui diceva che per radunare dei giovani bastava lanciare una palla in aria. Dietro un pallone, infatti, c’è sempre un ragazzo con i sogni e le aspirazioni. Nella pratica sportiva non sono solo coinvolti i muscoli, ma c’è l’intera responsabilità del ragazzo. Chi dà tutto, dà l’anima”. Sono le parole di Francesco, il Papa che sa entrare nell’anima di tutti, giovani e meno giovani. Anche Urbano Cairo, presidente RCS Mediagroup e del Torino F.C. ha parlato davanti al Papa e al folto numero di ragazzi, raccontando il significato di una giornata speciale. Ci sono stati dibattiti coordinati dai giornalisti della Gazzetta, in cui si è parlato del gioco del calcio come divertimento, educazione e inclusione con i campioni. “Dobbiamo fare squadra noi adulti” - ha detto Cairo – “Il calcio non sostituisce la scuola e la famiglia, ma è il fratello maggiore. E poi questo gioco è inclusione”. E poi il Papa si rivolge ai campioni di calcio: “ Non dimenticate da dove siete partiti, non dimenticate quel campo di periferia, quell’oratorio, quella società: vi auguro di sentire sempre gratitudine per la vostra storia, responsabilità educativa e solidarietà per i più deboli, siate campioni anche nella vita perché non finisca la bellezza del calcio”. Dunque, una bellissima giornata in cui i valori umani e sportivi si sono ben intersecati alla sacralità di un luogo davvero affascinante.

Salvino Cavallaro

 

 

Salvino Cavallaro